Ecuador: appello contro l'aggressione ai Yana Yaku

Stampa

Lo scorso 30 aprile un gruppo di circa 60 membri dell'esercito elitrasportati hanno compiuto una violenta incursione nella comunità Yana Yaku dell'entroterra amazzonico sud-orientale e in modo violento e autoritario hanno perquisito abitazioni e altre infrastrutture comunitarie, minacciando verbalmente e con le armi donne e bambini, dicendo di essere alla ricerca di guerriglieri e armi che presumibilmente si trovano in quella comunità. L'Organizzazione dei Popoli Indigeni di Pastaza OPIP e l'Associazione di Sarayaku fanno una serie di richieste tra cui l'immediato ritiro dei militari e un processo politico nei confronti del Ministro della Difesa, e al governo nazionale la sostituzione del vertici militari coinvolti nelle operazioni. L'invito è quello di sottoscrivere la petizione verso il ministero dell'energia dell'Ecuador.

La comunità di Yana Yaku è una comunità Kichwa base della OPIP, formata da circa 10 famiglie che si dedicano, come tutte le comunità indigene, alle attività dell'agricoltura diversificata, caccia, pesca, raccolta di prodotti e conservazione dell'ambiente.

I soldati, dopo aver circondato e occupato la zona, fortemente armati con fucili, mitragliette, lanciagranate, lanciarazzi e altre armi pesanti, sono entrati nella comunità e in modo violento e autoritario hanno perquisito abitazioni e altre infrastrutture comunitarie, minacciando verbalmente e con le armi donne e bambini, dicendo di essere alla ricerca di guerriglieri e armi che presumibilmente si trovano in quella comunità. Inoltre, gruppi dell'intelligence e membri delle forze di élite, incappucciati e comandati da una donna bionda (giudice del Tribunale Militare) vestita da militare, sono entrati nella casa del dirigente della comunità, il Sig. Pablo Dahua (Yutu), per interrogarlo con la forza, scattare fotografie e perquisire l'abitazione. Hanno fatto domande sul rapporto tra questa comunità e il popolo di Sarayaku, dove secondo i militari operano gruppi armati.

Hanno poi perquisito nello stesso modo altre abitazioni e sequestrato vecchi fucili a pallettoni, che i membri della comunità usano per la caccia e quindi per la sopravvivenza delle famiglie. Alcune donne, che hanno chiesto rispetto per le loro abitazioni e che cercavano di impedire gli abusi, sono state minacciate con fucili e mitragliette puntati contro. Questi comportamenti hanno sparso il panico e provocato forti impatti psicologici tra la popolazione.

Informiamo che mercoledì 21 aprile la comunità di Yana Yaku era stata occupata da un altro contingente militare di circa 80 soldati fortemente armati, ricevuti con riguardo alla presenza dei dirigenti della OPIP, dai quali, nel corso di una riunione, sono stati informati dettagliatamente sulle attività della comunità. In tale occasione i soldati sono stati inoltre invitati a visitare la comunità per conoscerne i lavori produttivi e di conservazione della biodiversità, al fine di eliminare ogni dubbio sulla convivenza e le attività lecite della comunità.

Denunciamo inoltre che le forze armate stanno utilizzando guide civili indigene vestite da militari, alcune appartenenti a comunità contrarie alla OPIP, le stesse persone che vengono utilizzate dai militari come falsi testimoni. Si sa anche che questo intervento militare è stato autorizzato dal Ministero Pubblico di Pastaza, guidato dalla dott.ssa Clara Fernández.

Maggiori informazioni su Selvas Online

Ultime notizie

Il Punto - Si muore nel silenzio

19 Settembre 2025
I palestinesi sono soli, entriamo nel giorno 1.303 dall’invasione russa in Ucraina, e altrove, si muore nel silenzio dei media. (Raffaele Crocco)

La Sicilia ha sete

18 Settembre 2025
La Sicilia ha sete, e non da poco tempo. (Rita Cantalino)

L’inizio dell’offensiva terrestre israeliana e l’esodo di massa da Gaza City

17 Settembre 2025
Israele conferma che l’offensiva ha provocato un esodo senza precedenti. (Giacomo Cioni)

Dossier/ Materie prime critiche (4)

17 Settembre 2025
Oltre a quelli ambientali, l’estrazione di minerali critici comporta una serie di impatti diretti sulla vita di diversi gruppi vulnerabili. (Rita Cantalino)

Il blocco del porto di Trieste

16 Settembre 2025
Il blocco del porto di Trieste contro le armi per Israele e per l’applicazione del Trattato di pace. La mobilitazione di USB. (Laura Tussi)

Video

Serbia, arriva a Bruxelles la maratona di protesta di studenti per crollo alla stazione di Novi Sad