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ECOSOC: le richieste sul commercio dei PVS vengono ascoltate?
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Si è conclusa il 25 luglio a Ginevra la sessione del Consiglio Economico e Sociale delle Nazioni Unite, iniziata il 30 giugno. Nell'ambito di questi lavori si sono toccate tematiche inerenti il raggiungimento dei Millennium Development Goals (MDGS - obiettivi del millennio adottati dalla Comunità Internazionale nel 2000 da raggiungere entro il 2015), la promozione dei diritti umani e le questioni relative al commercio internazionale in vista del vertice di settembre dell'Organizzazione Mondiale del Commercio (OMC) di Cancun.
Mani Tese in qualità di Ong che gode dello status consultivo speciale dal 1997 presso l'ECOSOC ha partecipato alla sessione.
Mani Tese e la Campagna per la Riforma della Banca Mondiale ricordano che in merito alle questioni inerenti il commercio, il 2 giugno i 31 LDC (Least Developed Countries - Paesi meno Sviluppati) a Dhaka (Bangladesh) si sono opposti all'allargamento del WTO, a partire dal lancio di nuovi negoziati su investimenti e concorrenza. Secondo l'agenda di Doha, siglata nel novembre 2001, è necessario un consenso esplicito di tutti i membri del WTO e nessuna delle proposte formulate fino ad oggi, inclusa quella dell'Unione europea, è giunta a buon fine.
Nonostante la presa di posizione degli LDC, durante l'ECOSOC, i paesi del Nord hanno espresso nuovamente la volontà di portare a buon fine il vertice di Cancun, principalmente in merito al rafforzamento del GATS (Accordo generale sulla liberalizzazione dei servizi) e all'allargamento del WTO, senza fare concessioni serie in materia di agricoltura e rispettare il principio di un trattamento speciale e differenziato a vantaggio dei paesi in via di sviluppo. Voce fuori dal coro, quella del ministro dello sviluppo tedesco, Heidemarie Wieczorek-Zeul, che reputa invece necessario posporre l'allargamento del WTO se prima non si faranno progressi sulle questioni care al sud del mondo.
Inoltre, è riemersa l'opposizione degli Stati Uniti all'applicazione dell'accordo multilaterale sancito a Doha nel novembre 2001 sulla proprietà intellettuale dei farmaci e la salute pubblica (TRIPS), accordo salutato dalla società civile globale come uno dei pochi passi avanti a favore dei poveri nell'agenda del commercio mondiale.
Il governo italiano, come presidente di turno dell'UE, si propone come mediatore per un accordo per l'utilizzo fuori brevetto dei farmaci generici nei paesi in via di sviluppo distrutti da Aids ed altre malattie infettive. Una proposta che fa fare marcia indietro rispetto agli impegni di Doha. Una concessione che non funzionerà come compromesso per vincere l'opposizione del Sud all'allargamento del WTO al nuovo tema degli investimenti.