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E se fosse stato un immigrato?
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Le Associazioni cristiane dei lavoratori italiani, di cui faccio parte, condannano senza appello il gesto di violenza compiuto ieri a Milano nei confronti del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, cui esprimono la loro sincera solidarietà ed augurano una pronta ripresa.
Per il presidente delle Acli Andrea Olivero «quanto accaduto ieri è un fatto gravissimo che va condannato senza appello e con assoluta determinazione». «Quando in una democrazia si innesca la miccia della violenza, le conseguenze possono essere imprevedibili. L'Italia conosce tragicamente questa storia e non può permettersi il minimo cedimento in questa direzione. Alla persona del presidente del Consiglio e all'istituzione che rappresenta va tutta la nostra solidarietà».
Le Acli invitano tutti ad «agire con moderazione e senso di responsabilità, affidandosi alla guida autorevole e sicura del presidente della Repubblica, garante della Costituzione». «La contrapposizione in politica può e deve essere anche dura, la critica serrata, ma le parole e le azioni debbono essere misurate al rispetto delle persone e delle istituzioni».
Come c'invita Ezio Mauro tutti noi dobbiamo fare muro contro l'insania di questo gesto, prima di tutto perché è gravissimo in sé e poi perché può incubare una stagione tragica che abbiamo già sperimentato, negli anni peggiori della nostra vita. Concordo.
Come Unimondo esprimiamo la più totale condanna per gesto di violenza nei confronti del presidente del Consiglio. Mi permetto di porre una piccola domanda: se fosse stato un immigrato a tirare l'oggetto contundente non ci troveremo, forse, in una sorta di "caccia all'uomo"? Ancora Napolitano: "Torni il civile confronto. Misurare le parole nelle piazze e in Tv. Ciascuno resti nei limiti del suo ruolo". Appunto.
Fabio Pipinato