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Dossier/ Popoli che resistono
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Foto: Adi Lica da Atlanteguerre.it
Sono centinaia i popoli che esistono e resistono in tutto il Mondo. Le forme di resistenza sono le più svariate. Ci sono esperienze armate con veri e propri eserciti o milizie più o meno organizzate, così come forme di resistenza pacifica o di disobbedienza civile. Alcune sono note, vengono da lontano e riguardano in qualche modo il diritto all’autodeterminazione. Tra questi i palestinesi, i saharawi, i curdi (vedi i dossier dedicati), ma anche gli uiguri e i rohingya (vedi approfondimento 1).
Moltissimi sono poi i popoli indigeni, che in America, in Africa, in Asia ed Oceania, tentano invece di resistere alla discriminazione, alla ghettizzazione e, non ultimo, al modello di sviluppo che mette costantemente in pericolo la propria sopravvivenza. Molto spesso le lotte dei popoli indigeni si intersecano con le conseguenze della crisi climatica. con In questo dossier alcuni esempi di resistenza poco noti, impegnati in maniera più o meno attiva, a contrastare sistemi economici e di potere.
Gli uiguri dello Xinjiang e i Rohingya del Myanmar
Gli uiguri sono la minoranza turcofona e musulmana originaria dello Xinjiang, Regione del nordovest della Cina estremamente ricca di risorse naturali e strategica perché porta terrestre della Belt and Road Initiative, il grande progetto infrastrutturale e commerciale di connessione con l’Europa. Gli uiguri, a seguito di una massiccia immigrazione dalle altre regioni della Cina, è una minoranza nello Xinjiang. La popolazione lamenta di essere oggetto di discriminazione e violenza.
Nel settembre 2022 il Consiglio Onu dei diritti umani ha presentato un rapporto sulle atrocità in corso nello Xinjiang che ha confermato le numerose prove di gravi violazioni dei diritti umani contro gli uiguri e altre minoranze etniche di religione prevalentemente musulmana, denunciate da Amnesty International e da altre organizzazioni. Secondo varie organizzazioni le persone che vivono nello Xinjiang o che hanno parenti nella regione rischiano arresti, imprigionamenti, torture e sparizioni forzate e questi rischi di estendono anche ai loro familiari...