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Dossier/ Gaza vs Israele. Una guida per capire il conflitto
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Immagine: Unsplash.com
Con l’operazione Al-Aqsa Flood lanciata da Hamas, l’infinita guerra tra Israele e Palestina (vedi la nostra scheda conflitto) è arrivata ad una svolta storica. L’attacco, partito da Gaza sabato 7 ottobre, mira alla liberazione dei prigionieri politici nelle carceri israeliane, protesta per la violazione dei luoghi sacri musulmani da parte di Israele e gli attacchi dei coloni contro i civili palestinesi. Le brigate Ezzedine al-Qassam, la formazione combattente del partito Hamas hanno dato il via ad un’azione che ha sorpreso le difese israeliane, gran parte degli analisti e gli stessi palestinesi, attaccando il territorio d’Israele via terra, via mare e dall’aria, con un lancio di razzi a lunga gittata senza precedenti. Il governo israeliano ha reagito annunciando l’operazione Spade d’Acciaio, mentre il primo ministro Benjamin Netanyahu ha avvertito che Gaza diventerà “un’isola deserta”.
Questo ennesimo atto di violenza si inserisce in una escalation che negli ultimi anni aveva raggiunto picchi elevatissimi. Dal 2008 a oggi, sono 6407 i palestinesi uccisi da militari israeliani. Erano 308 le vittime israeliane nello stesso periodo. Da febbraio 2022 le forze israeliane hanno ucciso quasi 220 palestinesi, di cui 35 solo nel gennaio 2023.
In questo dossier si fa il punto su alcuni gruppi palestinesi protagonisti in questa fase storica del conflitto e sulla Striscia di Gaza, sempre al centro della guerra.
Hamas: obiettivi e alleati
Hamas è il movimento politico che controlla dal 2006 la Striscia di Gaza. Il partito islamista sunnita e fondamentalista, dispone di un gruppo armato le brigate al Qassam. Hamas è l’acronimo di Harakat al-Muqawama al-Islamiyya, che significa Movimento di Resistenza Islamica. Fondata nel 1987, durante la prima Intifada palestinese, dallo sceicco Ahmed Yassin (ucciso nel 2004 da un attacco aereo israeliano) ha iniziato la propria attività come sezione palestinese dei Fratelli Musulmani.
Il suo statuto fondativo stabiliva una serie di principi, tra i quali la conquista dell’intera Palestina e la distruzione di Israele. L’atto, modificato nel 2017, dichiara di accettare i confini del 1967 come base per uno Stato palestinese, con Gerusalemme come capitale e il ritorno dei rifugiati alle loro case. Hamas, negli anni non ha cambiato radicalmente gli obiettivi: non riconosce la legittimità dello Stato di Israele e ha scelto la resistenza armata come metodo per la liberazione dei territori. Nel 2006 Hamas ha vinto le elezioni per eleggere il Consiglio Legislativo Palestinese (il Parlamento della Palestina). Gli scontri tra Fatah e Hamas portarono nel 2007 alla Guerra civile di Gaza, culminata in una divisione di fatto del governo palestinese: Hamas nelle Striscia, Fatah in Cisgiordania. Hamas è infatti uno dei due principali partiti politici palestinesi...