Dolomiti accessibili: quando montagna e disabilità si incontrano

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Nel 2009 le Dolomiti venivano riconosciuto come patrimonio UNESCO; l'anno successivo le province di Belluno, Bolzano, Pordenone, Trento, Udine e le regioni Friuli Venezia Giulia e Veneto creavano la Fondazione Dolomiti-Dolomiten-Dolomites-Dolomitis UNESCO con l'ottica di migliorarne la gestione. Come obiettivo, creare una strategia comune per promuovere il patrimonio naturale delle Dolomiti.

Nel 2010 nasce Accademia della Montagna del Trentino e tra i suoi progetti  spicca “La Montagna Accessibile" cornice nella quale è contenuta l'iniziativa “Dolomiti accessibili. Un patrimonio per tutti”. L'idea è quella di fare del  Trentino una destinazione turistica accessibile e offrire un'esperienza in questo straordinario ambiente naturale a tutte le  persone che ne hanno il desiderio. Alla formazione già in atto per i maestri di sci che possono ottenere l’abilitazione all’insegnamento alle persone disabili si sono aggiunti  corsi specifici per Guide Alpine e Accompagnatori di Montagna . Sono stati coinvolti anche i maestri di sci con una formazione specifica dedicata all’allievo autistico. Il corso di formazione per tutte le figure professionali della montagna si intitola “Accedere al Sublime: le Dolomiti luoghi di interconnessione sociale”. Lo stesso corso è stato  poi offerto attraverso l’impegno della Fondazione Dolomiti UNESCO a  tutte cinque le province che la costituiscono.

La montagna in questo senso diviene meno discriminante dell'ambiente urbano: davanti alle barriere naturali infatti siamo tutti diversamente abili perché ognuno di noi deve trovare il suo modo per superare un determinato ostacolo. Questo non vuol dire che tutti possano o debbano vivere la stessa esperienza, ma che tutti e tutte, senza alcune distinzione, possono immergersi nel paesaggio delle Dolomiti.

A Predazzo (Val di Fiemme, Trentino) nel 1997 è nata l'associazione SportABILI onlus  che opera in questo ambito. Da allora tante iniziative; l'ultima delle quali accompagnare “amici non vedenti, con disabilità motoria e intellettiva a sciare nel comprensorio sciistico più vasto del Trentino, ai piedi delle Dolomiti orientali; a pedalare sulle piste ciclabili, a camminare attraverso le valli dolomitiche trentine e a praticare rafting sulle acque del torrente Avisio che scende dal ghiacciaio della Marmolada. Con tandem, handbike e carrozzine elettriche, messe a disposizione per chi non le possiede, anche le persone con disabilità vivranno l’emozione di raggiungere una cima, un passo, oppure godere del vento che accarezza il viso scivolando sulla neve. Accompagneremo inoltre gli amici disabili a praticare sci di fondo sul tracciato della “mitica” Marcialonga”.

Il progetto, dal titolo “Quattro esse: sfreccio, scivolo, salgo e sorrido” è proposto grazie alla Fondazione Vodafone  che ne raddoppierà l’importo al raggiungimento di 12.500 euro  entro il  14 ottobre 2017. E’ possibile sostenerlo attraverso questo link. Per parlare di Dolomiti accessibili, così come delle attività di SportABILI onlus abbiamo intervistato un volontario, Edoardo Usuelli.

Edoardo, come sei stato coinvolto?

Sono stato coinvolto in Dolomiti Accessibili perché l'Accademia della Montagna aveva promosso un corso di formazione per accompagnatori delle persone disabili, ed io ne sono stato docente trattando la mia materia. Il primo percorso di questo tipo è stato in Friuli, poi ne sono seguiti altri e si continuerà su questa strada: rendere la montagna il più possibile accessibile alle persone con disabilità è un desiderio molto forte anche in Trentino (e nel mondo) - dai casi più semplici della carrozzina sulla strada sterrata in poi. Questo implica naturalmente anche mettere mano ai sentieri: ad esempio il Parco Naturale Paneveggio e Pale di San Martino è stato reso accessibile alle carrozzine per un tratto di quasi 2 km che prima non era percorribile per via del dislivello, dei sassi, delle radici.

Qual è l'obiettivo di queste iniziative?

L'obiettivo non è solo accompagnare queste persone, ma anche renderle indipendenti, in modo che riescano a svolgere le attività quasi in completa autonomia. Questo si adatta molto, ad esempio, allo sci alpino. In caso di persone paraplegiche o con amputazioni noi insegniamo ad usare gli ausili perché poi siano autonome. In altri casi invece seguiamo le persone in tutto e per tutto.

Attività che tu svolgi anche come volontario per SportABILI onlus.

Sì, l'associazione di Predazzo è stata pioniere in questo ambito. Funziona un po' come un'agenzia di viaggi, offrono pacchetti ben organizzati: l'escursione in montagna, l'uscita con le ciaspole, il tiro con l'arco, l'arrampicata sportiva in falesia oppure indoor, ecc. C'è poi un magazzino di materiale che mettiamo a disposizione: ad esempio se una persona che viene a visitarci ha bisogno di utilizzare una sedia a rotelle gliene prestiamo una delle nostre da montagna oppure una elettrica. Abbiamo anche una serie di mountain bike tandem in modo che le persone non vedenti o con disabilità mentale possano andare in bicicletta, e tanto altro.

C'è tanto giro?

Molte persone si rivolgono a noi, ma vorremmo fossero moltissime - perché questo significa toglierle dalla tv, da una stanza, dall'ambiente normale e proporre un altro ambiente, che è quello della montagna. Calcola che lavoriamo con 300-400 persone all'anno ed offriamo varie discipline: rafting d'estate, passeggiate nei boschi, trekking più impegnativo, sci...in generale tutte le attività sportive collegate alla montagna. Poi dipende dalle persone ed abbiamo visto negli anni che ogni caso è un mondo a sé; con gli autistici ad esempio abbiamo molta esperienza, ed abbiamo imparato che hanno bisogno di essere sempre accompagnati dal proprio assistente che li conosce bene - altrimenti è impossibile prevedere le reazioni in questo tipo di ambiente. I gruppi sono di massimo 7-8 persone alla volta; questo perché i volontari non sono infiniti - ci attiviamo a chiamata.

I volontari come vengono formati?

La formazione certificata è per quanto riguarda lo sci alpino; per realizzare la conduzione di questi ausili con le persone hanno creato dei percorsi veri e propri. Per gli estivi, negli accompagnamenti sui sentieri lavoriamo per creare corsi ad hoc per accompagnatori che però a livello formale ancora non esistono. Qui i volontari fanno esperienza affiancando persone che lo fanno da anni.

Qual è l'esperienza che ti è rimasta più impressa?

Sicuramente quando abbiamo accompagnato due persone ipovedenti e non vedenti al campo base dell'Everest, in Nepal. Spesso chi si rivolge a noi poi continua a farlo, quindi si crea un bellissimo ambiente, c'è fiducia reciproca, amicizia. Con queste due persone sentivo che me lo avrebbero chiesto, così ho deciso di anticiparli e gliel'ho proposto io. Ci siamo riusciti in parte, nel senso che uno dei due a 3900 metri ha avuto problemi di salute ed abbiamo dovuto fermarci, mentre l'altro è arrivato fino al campo base, 5050 metri. Naturalmente non si è trattato di fare roccia, ma un accompagnamento sui sentieri; con loro eravamo 3 guide italiane e 2 nepalesi – nell'ottica di una sicurezza a 360 gradi per tutti. È stata un'esperienza bellissima.

Novella Benedetti

Giornalista pubblicista; appassionata di lingue e linguistica; attualmente dottoranda in traduzione, genere, e studi culturali presso UVic-UCC. Lavora come consulente linguistica collaborando con varie realtà del pubblico e del privato (corsi classici, percorsi di coaching linguistico, valutazioni di livello) e nel tempo libero ha creato Yoga Hub Trento – una piattaforma che riunisce varie professionalità legate al benessere personale. È insegnante certificata di yoga.

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