Diversità e unicità come antidoto a totalitarismi e regimi

Stampa

Foto: Unsplash.com

Presentazione del saggio Memorie e Olocausto al Salone della Piccola e Media Editoria Indipendente.

In questa occasione, vorrei introdurVi il mio libro Memorie e Olocausto, il valore creativo del ricordo per una pedagogia della resistenza nella differenza di genere. Vorrei parlarVi di ideologia totalitaria in opposizione ad una concezione pluralista delle differenze nella società, per non dimenticare e non ricadere negli orrori della barbarie.

Il totalitarismo trova terreno fertile nella società di massa, nei sentimenti di estraniazione e alienazione che dissolvono non solo i legami sociali, ma lo stesso rapporto con la realtà.

Le diversità culturali aprono gli orizzonti delle pluralità umane nel distinguersi delle singolarità dei soggetti che agiscono e che pensano. 

Le soluzioni politiche, che non tengono conto dell'infinita molteplicità delle esperienze umane e delle forme di vita, generano spinte totalitarie che distruggono le tradizioni esistenti ed esasperano i conflitti delle società. 

Il riconoscimento delle diversità e unicità, in opposizione ad una concezione totalitaria, potrà favorire le differenze stesse e la loro memoria. La differenza è uno dei principi della cultura postmoderna, che insiste sulle diversificazioni, sulle molteplicità e le complessità, contro i rischi della pianificazione,  della normalizzazione e dell'omologazione sociale. 

La finalità di riconoscersi in un'identità deve diventare sempre fonte di confronto con l'alterità, e quindi con l'implicita diversità dell’altro, nel concetto di differenza individuale, soggettiva, esistenziale e, per esteso, di varietà interetnica e multiculturale. 

Di conseguenza le molteplicità, le complessità di etnie e culture in mosaici plurali di popoli, si incontrano e si incrociano trasversalmente con le diversità religiose, psicologiche, identitarie, soggettive, all'interno di un tessuto comunitario che dovrebbe sempre più aprirsi all'accoglienza, al confronto, al dialogo, nell'interscambio tra molteplici aspetti che permeano l'intera umanità, perché la differenza è trasversale al concetto stesso di umanità. 

Il valore della diversità sollecita riflessioni e associazioni di idee varie e complesse, dal dibattito sulle opinioni della democrazia, ai contesti e agli scenari economici e sociali. 

E’ spontaneo pensare alle diversità tra donna e uomo, tra generazioni, tra nazionalità, lingue e religioni dove è necessaria un'innovativa grammatica mentale per costruire la convivenza planetaria in dimensioni interculturali, cosmopolite e internazionali. 

Siamo tutti migranti e tutti bisognosi di accoglienza, di rispetto, di fraternità e misericordia.

Siamo tutti stranieri a noi stessi, con le nostre paure e debolezze, cercando aiuto nell'altro da noi. Siamo tutti migranti.

Lo straniero non ha un luogo, non si sente mai a casa propria.

Lo straniero è coinvolto in un'appartenenza fragile e ambigua dell'essere altrove, nella volontà di non essere assimilato, nell’erranza, dove il singolare ed il molteplice tornano ad unirsi. 

Lo straniero ha intraprendenza e volontà di riscatto.

Invece, il dominio totale ed ogni forma di totalitarismo non permettono libertà di iniziativa. 

L'ideologia totalitaria non consente la trasformazione dell'esistenza umana e la riorganizzazione rivoluzionaria della società, perché la dittatura e la supremazia razziale negano le diversità culturali, in quanto orizzonti delle pluralità umane stesse. 

Le diversità culturali autentiche vivono nelle relazioni interpersonali spontanee, nei canali di dialogo, negli stili di vita, per la valorizzazione di una società ricca di differenze, di varietà e diversità in un mondo multirazziale e multilaterale, nell’insieme di valori che prevedono i diritti inalienabili e imprescindibili delle persone, sanciti dalle carte costituzionali democratiche, nella libertà della ricerca scientifica e della creazione artistica. 

Il presupposto ed il fondamento della diversità culturale è la persona, in quanto singolarità e unicità irripetibile da cui si realizzano la famiglia, le comunità, le associazioni, le istituzioni e le relazioni umane. 

L'uniformazione e l’omologazione delle culture e dei popoli sono contro l'evoluzione dell'umanità, mentre la differenziazione, la multilateralità, l'apertura al mondo, sono valori imprescindibili. 

La relazione è amore delle complessità culturali opposte alla brutalità del totalitarismo politico, filosofico e scientifico, nel dramma del conflitto tra il dogma totalitario e il pensiero delle pluralità. Un ordine totalitario fondato sull'egemonia di un partito, di una classe, di una nazione, si alimenta con l'odio per le complessità, nell'unificazione forzata delle diversità, dei popoli, delle genti, delle minoranze. 

Al totalitarismo noi opponiamo l'amore per le diversità, nella pace. La definizione “diversità culturale” è esposta a molte possibili interpretazioni, quale espansione emotiva e concettuale che comporta un arricchimento, un dialogo, un incontro, uno scambio reciproco. 

La diversità nasce dal riconoscersi unici e al contempo diversi, nel valore della relazione, per cui dopo l'incontro è possibile sapere di un altro pensiero, di un altro linguaggio, di un altro sguardo, ingenerando, contemporaneamente, cambiamento nell'altro che è incontrato.

Il riconoscersi nell’incontro restituisce momenti di felicità intima, perché ognuno cambierà diventando se stesso, declinandosi nell'altro. 

Questa civiltà delle relazioni umane è uno stile aperto alla totale comprensione dei comportamenti, dei riti e delle emozioni dell’altro, che ha i suoi fondamenti nella dignità della cultura della persona umana, nel valore dell’incontro e del dialogo nelle agorà e nelle poleis greche antiche, nel messaggio biblico ebraico, cristiano e islamico, nella cultura rinascimentale, con una forte etica della responsabilità e del riconoscimento nella diversità dell'altro da sé. 

Le costruzioni più alte della cultura occidentale sono state prodotte al termine di guerre drammatiche, di rivolte interiori contro se stessi, di intime lotte contro la propria volontà di potenza, contro la propria identità.

Le diversità culturali sono un arcipelago di lingue e culture aperte e diffrangenti, in un crogiuolo di differenze e alterità che si incontrano, si accordano, si oppongono, nell’interscambio reciproco, nell'armonia di un mondo di tensioni e conflitti in ordini di relazioni spontanee di donne, uomini e società, nelle tradizioni, nelle reti delle comunità, nelle dinamiche di cooperazione, nelle interazioni virtuali e reali.  

Da “Narciso e Boccadoro” di Hermann Hesse: “La nostra meta non è di trasformarci l’un l’altro, ma di conoscerci l’un l’altro e di imparare a vedere e a rispettare nell’altro ciò che egli è: il nostro opposto e il nostro completamento”. 

Laura Tussi

Docente, giornalista e scrittrice, si occupa di pedagogia nonviolenta e interculturale. Ha conseguito cinque lauree specialistiche in formazione degli adulti e consulenza pedagogica nell'ambito delle scienze della formazione e dell'educazione. Coordinamento Italia Campagna Internazionale ICAN - Premio Nobel per la Pace 2017 per il disarmo nucleare universale, collabora con diverse riviste telematiche tra cui PressenzaPeacelinkIldialogoUnimondo, AgoraVox ed ha ricevuto il premio per l'impegno civile nel 70esimo Anniversario della Liberazione M.E.I. - Meeting Etichette Indipendenti, Associazione Arci Ponti di Memoria e Comune di Milano. Autrice dei libri: Sacro (EMI 2009), Memorie e Olocausto (Aracne 2009), Il dovere di ricordare (Aracne 2009), Il pensiero delle differenze(Aracne 2011), Educazione e pace (Mimesis 2012), Un racconto di vita partigiana - con Fabrizio Cracolici, presidente ANPI Nova Milanese (Mimesis 2012), Dare senso al tempo-Il Decalogo oggi. Un cammino di libertà (Paoline 2012), Il dialogo per la pace. Pedagogia della Resistenza contro ogni razzismo (Mimesis 2014), Giovanni Pesce. Per non dimenticare (Mimesis 2015) con i contributi di Vittorio Agnoletto, Daniele Biacchessi, Moni Ovadia, Tiziana Pesce, Ketty Carraffa, Antifascismo e Nonviolenza (Mimesis 2017), con Alfonso Navarra, Adelmo Cervi, Alessandro Marescotti.  Collabora con diverse riviste di settore, tra cui: "Scuola e didattica" - Editrice La Scuola, "Mosaico di Pace", "GAIA" - Ecoistituto del Veneto Alex Langer, "Rivista Anarchica". Promotrice del progetto per non dimenticare delle Città di Nova Milanese e Bolzano www.lageredeportazione.org e del progetto Arci Ponti di memoria www.pontidimemoria.it. Qui il suo canale video.

Ultime notizie

L’E-Mobility in stallo?

15 Settembre 2025
La mobilità elettrica potrebbe scaricarsi: colpa di costi, filiere e infrastrutture. (Alessandro Graziadei)

Dossier/ Materie prime critiche (3)

14 Settembre 2025
La transizione energetica richiede un aumento vertiginoso della disponibilità di minerali critici come litio e rame. (Rita Cantalino)

La scheggia impazzita di Israele

12 Settembre 2025
Tel Aviv colpisce, implacabile, quando e come gli pare, nella certezza dell’impunità interna e internazionale. (Raffaele Crocco)

Eternit e panini kebab

10 Settembre 2025
Un pellegrinaggio sui campi da rugby italiani, con lo scopo di condividere e raccontare le capacità riabilitative, propedeutiche e inclusive della palla ovale. (Matthias Canapini)

I sommersi!

08 Settembre 2025
Entro il 2100 il livello marino sulle coste italiane potrebbe aumentare di circa un metro. (Alessandro Graziadei)

Video

Serbia, arriva a Bruxelles la maratona di protesta di studenti per crollo alla stazione di Novi Sad