Diritti indigeni e minacce economiche USA

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In Bolivia le popolazioni autoctone chiedono che l'attuale costituzione venga modificata, concedendo maggiori spazi alle tematiche legate alla questione indigena. Più di 20 le persone che hanno messo in atto lo sciopero della fame a cui si aggiunge la marcia che si sta svolgendo nel paese guidata dal Cidob, Confederazione dei popoli indigeni della Bolivia, che raggruppa 34 differenti etnie amazzoniche e della zona del Chaco. Il congresso boliviano, nelle discussioni sulla nascita di una nuova assemblea costituente, non ha affrontato la questione indigena. Minacciati sono anche i diritti degli almeno 400 bambini dai tre ai diciassette anni di età che popolano le strade di Santa Cruz e di La Paz, contro i quali saranno schierati circa undicimila nuovi "vigilantes" che praticano violenze e minacce. Amnesty International nell'ultimo rapporto ha denunciato un uso di "eccessiva forza" nella repressione delle proteste sociali che hanno insanguinato il paese nel 2001, perpetrando inoltre "diversi omicidi in circostanze controverse". Sul versante economico da registrare che il Congresso degli Stati Uniti non ha approvato la Legge di Preferenza per le Imposte Andine, meglio conosciuta come ATPA, che avrebbe dovuto ridurre sensibilmente le tasse di esportazione delle merci dai paesi dell'America Latina agli Stati Uniti in cambio dell'ALCA, il trattato di libero commercio delle Americhe. Inoltre, gli USA hanno aumentato le tasse per le esportazioni di acciaio dalla Bolivia costringendo a pagare un debito arretrato di 2,5 milioni di dollari accumulato solo dagli esportatori di oreficeria, manufatti in metallo e argenteria.
Pubblicato il: 03.06.2002
" Fonte: » Selvas, Misna, Amnesty International, Carta;
" Approfondimento: » Dossier America Latina, Rete de Information Andina;

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