Difficile dialogo in Venezuela e Bolivia

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In Venezuela migliaia di dimostranti sono scesi in piazza a Caracas, per manifestare la loro solidarietà con il colonnello dell'aeronautica Pedro Soto, che aveva poco prima pubblicamente contestato il Presidente Hugo Chavez, intervenendo a sorpresa durante un forum sulla democrazia. Chavez è accusato di tenere sotto il suo controllo il Tribunale superiore di Giustizia, l'Assemblea nazionale e le forze armate nazionali. Questo malumore contrasta con la visione dell'80% dei poveri che hanno visto approvare una legge sulla terra che determina l'eliminazione del latifondo, la legge sulla pesca e la legge sugli idrocarburi. La libertà di espressione nel paese venezuelano è in questi giorni all'esame della Commissione interamericana dei diritti umani (Cidh) dell'Organizzazione degli Stati americani (Osa). Intanto nella vicina Bolivia continua la protesta dei "cocaleros", i produttori di coca. Secondo Radipaz, radio promossa dall'UNESCO, dall'elezione del Presidente boliviano Jorge Quiroga si stimano un morto alla settimana, un ferito al giorno, sindacalisti perseguitati, denunce di tortura, un centinaio di prigionieri politici, la chiusura di radio legate a movimenti sociali e sindacali. Il governo si ostina a non voler trattare con il leader dei cocaleros Evo Morales, espulso dal Congresso, ma per ora non inquisito. La Chiesa, oltre a rilanciare il dialogo tra le parti, è scesa in piazza con un sit-in davanti alla prefetture e al sindacato operaio.
Pubblicato il: 09.02.2002
" Fonte: » Mondo Aperto, Carta, Selvas;
" Approfondimento: » Dossier America Latina;

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