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Demolizioni pre-elezioni nel Memoria Day
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Il 27 gennaio, in tutta Italia si celebra la Giornata della Memoria, in ricordo delle vittime dell'Olocausto. Intanto in Israele tutto è pronto per le elezioni politiche anticipate che costeranno cento milioni di dollari di denaro pubblico a un paese in crisi finanziaria. In questo momento il dieci per cento degli oltre 6 milioni di cittadini è disoccupato e secondo il Jerusalem Post, autorevole giornale israeliano, "stiamo mandando tutto all'aria, la gente non riesce a portare il cibo a tavola, il divario tra ricchi e poveri è enorme, centinaia di migliaia di persone, tra cui molti ebrei ultraortodossi, etiopi e beduini, vivono in povertà". In questo quadro si affrontano i due principali contendenti nelle consultazioni del 28 gennaio: Ariel Sharon, attuale primo ministro del partito Likud e Amram Mitzna, ‘semi' leader del partito laburista che è ancorato a Shimon Peres. I leader palestinesi e la Lega araba hanno denunciato che il governo israeliano sta intensificando deliberatamente il conflitto nei territori palestinesi per generare un clima favorevole a Sharon nelle elezioni. Nei pressi di Nazlet Issa in Cisgiordania c'è stata la più imponente operazione di demolizione avvenuta negli ultimi due anni, dove i bulldozer israeliani hanno distrutto numerose botteghe, 21 secondo i militari, oltre 50 secondo fonti palestinesi. Queste operazioni, che continuano a Rafah e Gaza City, come raccontano le testimonianze dei volontari italiani, fanno parte della politica volta a trasferire i palestinesi dai Territori Occupati che denuncia il Christian Peacemaker Team, un gruppo di volontari canadesi e statunitensi che da anni sono stabilmente presenti a Hebron. E una campagna internazionale dal nome "Apartheid Wall Campaign" è stata promossa per frenare la confisca e la distruzione di centinaia di migliaia di terre con la costruzione del muro di separazione che a compimento porterà l'acquisizione del 10% della West Bank. E un recente studio di PeaceNow ha registrato che circa 2,2 miliardi dei fondi monetari di Israele sono stati trasferiti agli insediamenti nella West Bank. In Galilea un folto gruppo di arabi israeliani ha manifestato per protestare contro la possibile azione militare statunitense in Iraq.
Pubblicato il: 27.01.2003
" Fonte: » Warnews, Indymedia Israel, Palestinian Environmental NGOs Network, Misna, Information Guerriglia, Altremappe;