Dalla montagna al fiume, amare il proprio territorio

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Amore per il proprio territorio, conoscenza e determinazione si intersecano nei tanti gruppi e associazioni di cittadini che in più di 150 comuni italiani si stanno attivando per occuparsi dei “Beni Comuni”, prendendosi cura di spazi di interesse generale. I vantaggi sono molteplici, per la collettività e per le persone che partecipano attivamente: migliora la qualità della vita, si creano relazioni e socialità, si innescano circuiti economici e si valorizzano spazi e luoghi restituendoli ad un utilizzo della comunità

Questo impegno di cittadinanza attiva è riconosciuto e supportato dalle amministrazioni locali in appositi regolamenti per la gestione condivisa dei beni comuni. Non è il privato che si sostituisce al pubblicoma, come si legge sul sito di Labsus, associazione che promuove tali regolamenti in applicazione del principio di sussidiarietà previsto dalla costituzione italiana:“La vera essenza della sussidiarietà sta nell’essere la piattaforma costituzionale su cui costruire un nuovo modello di società caratterizzato dalla presenza diffusa di cittadini attivi, cioè cittadini autonomi, solidali e responsabili, alleati dell’amministrazione nel prendersi cura dei beni comuni”. 

Tra le esperienze attive possiamo citare quella piemontese, dove la Regione ha attivato un progetto per formare sul tema dell’amministrazione condivisa sia i cittadini responsabili che gli amministratori pubblici. 

Il Comune di Condove, in Val Susa, coinvolto nel progetto regionale, ha siglato nel 2017 un patto di collaborazionecon l’Associazione sportiva dilettantistica Freemount. Obiettivo: la cura e la manutenzione del sentiero montano 569 Condove-Collombardo.Freemount è un’associazione di volontari amanti dello sport e della montagna. Come spiega il suo presidente, Andrea Salvai un ventenne molto attivo, l’associazione non si occupa solo di organizzare attività sportive outdoor:«Tanti sentieri sono stati abbandonati e riversano in cattive condizioni, noi li puliamo, li curiamo e li dotiamo di apposita segnalazione, per renderli di nuovo accessibili alle persone che vogliono vivere la montagna. Il Patto ha formalizzato un’attività che già svolgevamo e ora siamo supportati dal Comune, che ci fornisce la strumentazione adatta. Attraverso questo progetto abbiamo ripulito 8 Km di sentiero e altri progetti sono in corso. Abbiamo ad esempio sistemato un sentiero di 12 Km per la corsa in mountain-bike ed un sentiero di 8 Km per le passeggiate a piedi fino a 2.700 m. di altitudine, la punta più alta di Condove». I sentieri sono di nuovo accessibili a tutti, «per i centinaia di escursionisti che ogni anno camminano o pedalano visitando la nostra splendida montagna» rimarca Andrea. In conseguenza di questa attività è aumentata la partecipazione dei cittadini, perché altri si sono uniti all’associazione nella cura della montagna; sono migliorati anche il soccorso montanoe le condizioni per sviluppare il turismo locale. Lo sport e la gestione condivisa dei beni comuni diventano così strumenti per promuovere queste valli e aumentare la partecipazione ad eventi come il Toma Trail che si corre sui sentieri che portano ai pascoli e alle cascine dove viene prodotta la toma del marchio Toma di Condove e la prima Fiera dell’Outdoor di Condoveche si svolgerà il prossimo 26 e 27 maggio. Essendo migliorati i sentieri montani, l’associazione ha inoltre creato un portale dedicato all’attività outdoor della montagna di Condove che, segnalando itinerari, mappe, sentieri ed eventi, potrà portare più persone a conoscere queste montagne. 

Sempre in Piemonte, anche la Città di Torino ha attivato i Patti di Collaborazione tra cittadini e amministrazione secondo la filosofia dell’Amministrazione condivisa, sancita con apposito Regolamento comunale sui beni comuni delgennaio 2016. Il primo Patto riguarda lagestione di uno spazio nel Parco Dora, ed è stato siglato con l’associazione Innesto che avrà in cura questo spazio pubblico fino al 2020. Anche in questo caso, il Patto valorizza un impegno già attivo da parte dell’associazione aggiungendo un supporto economico e gestionale da parte del Comune. 

In quest’area dove un tempo sorgevano le Ferriere Fiat, l’associazione Innesto ha dato vita nel 2015 ad un giardino, l’Hortus Conclusus, un angolodi verde che la stessa associazione definisce «un luogo magico, con un’atmosfera di pace e benessere che non può lasciare indifferente chi lo visita» e tuttavia ancorapoco conosciuto dalla cittadinanza. Qui è già attiva un’azione volta al recupero delle piante invenduteprovenienti da ipermercati della zona. Una volta rigenerate in questo spazio verde, le piante sonorestituite alla collettività, accrescendo il senso di benessere nei luoghi che le ospitano e promuovendo una maggioresensibilità verso l’ambiente.

Tra pochi giorni il patto di collaborazione del Parco Dora potrà ripartire. Come l’anno scorso, le attività realizzate in questo spazio saranno quelle del progetto “Orti Dora in Poi” che, come spiega l’associazione, vuole essere «un percorso non solo di orticoltura ma dove diverse generazioni possono incontrarsi, condividere conoscenze ed esperienze sia attraverso il contatto con il verde che attraverso la partecipazione ad iniziative ricreative e culturali. Un luogo in cui passeggiare e in cui far maturare tanti pomodori e qualche buon progetto».

Lia Curcio

Sono da sempre interessata alle questioni globali, amo viaggiare e conoscere culture diverse, mi appassionano le persone e le loro storie di vita in Italia e nel mondo. Parallelamente, mi occupo di progettazione in ambito educativo, interculturale e di sviluppo umano. Credo che i media abbiano una grande responsabilità culturale nel fare informazione e per questo ho scelto Unimondo: mi piacerebbe instillare curiosità, intuizioni e domande oltre il racconto, spesso stereotipato, del mondo di oggi.

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