Dal Molin: Lilliput e Presidio condannano l'atto incendiario

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Retelilliput e il Presidio Permanente "No Dal Molin" condannano "nel modo più fermo qualsiasi atto di violenza diretta o strutturale da qualsiasi parte provenga. In particolare condanna i fatti accaduti nella notte tra l'11 e il 12 giugno in via S.Antonino". E' la risposta a quanto tra l'altro pubblicato sul "Giornale di Vicenza" secondo il quale "che la protesta contro il Dal Molin sia coinvolta non è solo possibile, ma per gli inquirenti altamente probabile".

L'incendio doloso ha riguardato la ditta che in queste settimane sta eseguendo i lavori per la posa, lungo strada S. Antonino, davanti all'ingresso dell'aeroporto, dei cavidotti per le fibre ottiche e per la realizzazione di una pista ciclopedonale. Lunedì scorso nella zona c'era stata la protesta pacifica e nonviolenta della Rete Lilliput assieme a Coordinamento Comitati Cittadini e Famiglie per La Pace che chiedono ad Aim spiegazioni sulla posa delle fibre ottiche "a causa del sospetto che si possa trattare di lavori preventivi e non dichiarati per il paventato progetto della Base Militare USA al Dal Molin" .

"Vogliamo essere molto chiari, affinché nessuno provi a collegare quanto avvenuto la scorsa notte in via Sant'Antonino con l'attività del Presidio Permanente e del movimento che si batte contro la costruzione della nuova base Usa" - scrive il Presidio Permanente 'No Dal Molin'. "E' noto che la nostra lotta è sempre stata di massa, trasparente e alla luce del sole; chiunque si azzardasse a puntare l'indice contro di noi, dunque, farebbe un'operazione di speculazione politica volta a criminalizzare preventivamente le tante donne e i tanti uomini che da mesi si battono per difendere la propria terra".

"Abbiamo già assistito, in altri momenti ed in altri territori, al tentativo di mettere sotto processo i movimenti che difendono la propria terra con strumenti molto simili a quelli utilizzati la scorsa notte in S.Antonino; se quell'atto non fosse l'opera di un mitomane, tutti dovranno trarne le giuste conclusioni politiche" - continua il comunicato. "Per quel che ci riguarda, siamo sempre più determinati a bloccare le ruspe e difendere la nostra terra ed il nostro futuro; lo faremo collettivamente, come sempre abbiamo fatto, costruendo processi di condivisione e partecipazione che sono alla base del nostro agire e che, in questi mesi, hanno determinato la forza del nostro movimento" - conclude la nota del Presidio Permanente 'No Dal Molin'.

Dello stesso tenore anche il comunicato della Rete di Lilluput di Vicenza che "condanna nel modo più fermo qualsiasi atto di violenza diretta o strutturale da qualsiasi parte provenga" . "Il nostro percorso, come quello di tutti gli attori della protesta contro il paventato progetto della nuova base SETAF al Dal Molin, è stato caratterizzato dall'uso contante della nonviolenza. Le nostre azioni nonviolente sono sempre state effettuate "a volto scoperto" tanto in senso simbolico quanto in senso pratico: è questa l'unica modalità nota alla nonviolenza" - scrive Rete Lilliput.

Rete Lilliput sottolinea "il forte attaccamento alle istituzione democratiche e alla legalità che da sempre dimostriamo nei fatti: richieste di accesso formale ai dati, referendum, relazione con le parti politiche in consiglio comunale per esercitare il diritto di interrogazione, manifestazioni pacifiche, informazione alla cittadinanza" E ricorda "che atti di tale bassezza e pericolosità, ci danneggiano come movimento contro il Dal Molin militare, ma soprattutto non fanno che inasprire il conflitto sociale riducendo lo spazio per il dialogo e l'approfondimento: unici strumenti per uscire tutti vincitori dalla vicenza 'Dal Molin'. [GB]

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