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Da Parigi, il no all'occupazione degli italiani
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A Parigi, presso la grande Halle si è tenuta la conferenza stampa delle organizzazioni italiane che hanno partecipato al Forum Sociale Europeo per presentare il documento unitario e le decisioni per la giornata di mobilitazioni locali per il ritiro dei soldati italiani in Iraq indetta per sabato 22 novembre.
Resoconto della conferenza stampa
Piero Mestri di Bastaguerra saluta i giornalisti e presenta il documento che ribadisce le nostre ragioni per il NO alla Guerra.
Fabio Alberti presidente di "Un ponte per..." annuncia tre cose semplici: "innanzitutto che non è da oggi che chiediamo il ritiro e fin dall'inizio non volevamo che le nostre truppe venissero inviate e oggi lo ribadiamo perchè non vogliamo altre vittime; non pensiamo di abbandonare le popolazioni irachene e chiediamo che i costi di questa occupazione valutati in 270 milioni di dollari ogni 6 mesi si trasformino in aiuti - le 10 ONG italiane presenti in IRAQ, con mezzo milione di euro hanno attivato 5 centrali di potabilizzazione dell'acqua, pensate cosa si puo fare con quelle risorse economiche. Come terzo punto Fabio Alberti sottolinea che "l'occupazione è parte integrante della guerra, e se ci domanderete che qualcuno ci deve stare rispondiamo che li qualcuno c'è, non c'è un vuoto politico, quello che occorre è una forza che protegga la rinascita della democrazia, con la presenza dei Paesi Confinanti, dei Paesi non allineati, dei caschi Blu, con l'esclusione delle forze occupanti. La precondizione è la fine della condizione di Illegalità Instituzionale. La presenza italiana può essere ritirata subito, non occorre una risoluzione dell'ONU per questo".
Gianni Tinaldini della segreteria nazionale della FIOM ribadisce il cordoglio per le vittime e afferma che la logica della guerra e dell'occupazione ha aumentato le azioni terroristiche e sta avendo un effetto devastante su tutto il Medio Oriente. "Invece di colpire il Terrorismo si sta provocando l'aumento del consenso alle strategie terroristiche - ha ricordato Tinaldini -bisogna chiudere questa pagina e aprire una svolta, una nuova risoluzione e rilanciare iniziative e manifestazioni pubbliche per il ritiro delle truppe. Ricordiamoci che la Francia e la Germania non sono in Iraq, perché ci dobbiamo stare noi? Perchè stiamo con gli occupanti?"
Paolo Beni dell'Arci comunica che il Paese Italia è disorientato perché ci troviamo immersi nella guerra che non abbiamo voluto. "Ci sono molte cose non dette e molte menzogne. Il movimento contro la guerra è stato grande e diffuso, con
le bandiere e le manifestazioni abbiamo impedito che l'Italia entrasse nel conflitto guerreggiato. Abbiamo comunque violato la Costituzione inviando le truppe.
L'unica via d'uscita è ritirarsi e lasciare il posto all'ONU".
Piero Bernocchi dei COBAS dichiara che le vittime sono tutte uguali e che le piangiamo tutte. "La responsabilità è di chi persevera oggi in queste operazioni".
Gianpaolo Patta delle segreteria Generale CGIL ricorda le stragi di oggi in due sinagoghe a Istanbul come segnale di allargamento del terrorismo. La CGIL riunirà lunedì la segreteria e deciderà come partecipare all'Iniziativa del
22 Novembre, ma l'indirizzo della direzione è di manifestare e scioperare.
Gino Barsella, coordinatore della Campagna Sdebitarsi aderente alla Rete di Lilliput ricorda che i problemi globali devono essere risolti globalmente. Secondo Barsella è necessario rafforzare il ruolo dell'ONU e sull'argomento segnala l'intervista di Flavio lotti sulla Rinascita.
di Paolo Rizzi del Contratto Mondiale dell'Acqua