Da Bolivia al Cile, repressione sugli indigeni

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In Bolivia un'ondata di proteste attanaglia il Paese e promette di paralizzare l'attività produttiva occupando le strade principali. Cocaleros, contadini e movimenti sociali sono scesi in strada dal 13 gennaio esigendo dal governo boliviano la soluzione di alcuni problemi, tra cui il problema della coca nel Chapare, la vendita delle riserve di gas, l'ingresso delle truppe militari statunitensi e chiedendo un rifiuto deciso al progetto dell'ALCA (Area di Libero Commercio delle Americhe). Il leader cocaleros Evo Morales ha invitato le parti sociali a "rovesciare il governo". La risposta del governo è stata una dichiarazione di guerra, con l'invio di oltre 7.000 militari nella zona di Cochabamba per evitare il blocco della strada principale. Fino ad ora il bilancio parziale di questa azione militare è di 15 persone morte e l'arresto di oltre 150 persone. Rispunta l'incubo violento della polizia speciale che spense le proteste campesine del 2000. Questa volta, forse, meglio addestrata. Negli stessi giorni il nuovo ambasciatore USA, David Greenlee, presenta le sue credenziali a La Paz. Ma questa volta gli avvisi sono chiari: "i diplomatici devono evitare di immischiarsi negli affari interni del Paese". Intanto in Colombia è stato varato un nuovo programma di sostituzione di piantagioni di coca con papaya e nel vicino Brasile è stato ucciso da sconosciuti Marcos Veron, il leader del più grande gruppo indigeno del paese. In Cile il popolo Mapuche è schiacciato dalla repressione del governo. Questo popolo di nativi americani, che rappresenta il 10% della popolazione cilena, ha organizzato per i giorni del 17-18 gennaio un Nguillatùn (cerimonia religiosa mapuche) come mobilitazione che inizierà da Didaico per terminare all'interno del carcere di Traiguén dove si trovano decine di dirigenti del Coordinamento Mapuche Arauko-Malleko, arrestati lo scorso 6 novembre 2002, durante un'operazione volta a impedire la crescita organizzativa delle comunità mapuche. Un caldo invito a solidarizzare con questa popolazione spedendo una e-mail alle autorità cilene e alle organizzaioni mapuche.
Pubblicato il: 18.01.2003
" Fonte: » Selvas, Oneworld, Misna, Peacelink, Survival International;
" Approfondimento: » Dossier America Latina;

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