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Cuba: l'Ue sospende le sanzioni in attesa degli Usa
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Da Bruxelles arriva la decisione del consiglio dei ministri degli Esteri d'Europa di sospendere temporaneamente le sanzioni introdotte a Cuba dopo l'arresto di 75 dissidenti nella primavera del 2003. I prigionieri, condannati fino a 28 anni per reati di opinione. La dichiarazione dell'UE afferma di prendere atto della liberazione, in giugno e novembre 2004, di "alcuni dei prigionieri politici incarcerati nel marzo del 2003, ma constata che tale liberazione non e' avvenuta in modo incondizionato". Nel testo della dichiarazione, che ha trovato ostacoli nella Repubblica Ceca, si parla di "disposizione di mantenere il dialogo costruttivo con le autorita' cubane", ma anche "relazioni piu' intense con l'opposizione politica e settori piu' ampi della societa' civile cubana". Il Consiglio ha deciso anche che l'Unione ed i singoli Stati membri sospendano la riduzione del livello di partecipazione agli eventi culturali. Dello scorso novembre la lettera scritta da un cartello di organizzazioni non governative che hanno relazioni di solidarietà e cooperazione con il popolo cubano che chiede oltre l'eliminazione delle misure adottate dall'Ue anche la promozione al dialogo e una buona intesa tra nazioni sovrane basata sul riallacciamento delle relazioni tra l'Unione Europea e la Repubblica di Cuba.
Come ricorda Gianni Minà nell'articolo pubblicato sull'ultimo numero di Latinoamerica, non si possono sostenere posizioni come quelle di Aznar e Berlusconi che l'anno scorso chiesero alla Comunità Europea che fossero varate perfino delle sanzioni culturali contro Cuba, dopo che gli "investimenti" del Dipartimento di Stato americano avevano prodotto tre dirottamenti aerei in due settimane e il sequestro del ferry boat di Regla (nella baia dell'Avana) ai quali il governo di Fidel Castro aveva risposto brutalmente con la fucilazione di tre degli undici sequestratori dell'imbarcazione. "Questo non giustifica certo le fucilazioni decise l'anno scorso all'Avana dopo quattro anni di rispetto della moratoria sulla pena di morte, ma spiega almeno il contesto e il clima di timore in cui erano state decise" precisa Minà nell'articolo.
Intanto lo scorso maggio negli Stati Uniti è stata varata una legge che inasprisce fino ai limiti più estremi dei diritti delle persone le sanzioni contro Cuba, diminuendo diminuendo della metà il flusso dei dollari che dagli Stati Uniti venivano inviati ai parenti a Cuba. Un'iniziativa esagerata e troppo repressiva perfino per molti congressisti repubblicani, motivata da interessi elettorali di Gorge W. Bush per ingraziarsi la comunità cubana della Florida. Ma dopo la rielezione il presidente ha criticato sia chi è contrario alle sanzioni economiche imposte all'isola caraibica, sia verso coloro che le sanzioni vorrebbero addirittura intensificarle. Questa schizzofrenia è giustificata dalla campagna anti-sanzioni sostenuta dalla lobby di affaristi il cui peso è diventato sempre più rilevante dopo l'apertura nel 2001 delle esportazioni di cibo verso Cuba. La rapida crescita dei numeri che riguardano la vendita di alimenti ha messo in luce i potenziali benefici di cui potrebbero godere gli operatori commerciali statunitensi se venissero allentate o eliminate del tutto le sanzioni commerciali inflitte all'isola di Castro. A questo punto, i proponenti puntano soprattutto sulla presa di coscienza dell'opinione pubblica statunitense da usare come grimaldello, una forzatura necessaria per evitare che il presidente Bush e il Congresso possano porre ulteriori veti contro gli emendamenti che precedono l'eliminazione di alcune sanzioni economiche che colpiscono Cuba.
Il 2004 si è chiuso con la firma di un importante trattato di cooperazione economica e politica tra Cuba e la Cina. L'obiettivo cinese è di incrementare gli investimenti nell'isola confermando lo stretto vincolo che lega i due paesi, stretto giorno dopo giorno a partire dal crollo del muro di Berlino e dal collasso dell'Unione Sovietica. La frattura creatasi negli anni '60, quando Castro aveva criticato fortemente la politica cinese a vantaggio di quella sovietica, è ora sanata. Un processo di riavvicinamento iniziato negli anni '80 quando, in previsione del cedimento dei regimi socialisti europei, lo stesso Castro aveva speso parole di elogio verso la repressione nei confronti dei dimostranti che chiedevano maggiore democrazia per la Cina in Piazza Tiananmen. Gli accordi firmati dai presidenti dei due paesi prevedono una serie di intese su svariati progetti tra cui quelli inerenti l'elettronica e la telecomunicazione. La Cina ha provveduto a elargire un prestito agevolato di 400 milioni di dollari USA, soldi destinati all'acquisto di macchinari e forniture indispensabili per l'ammodernamento dell'industria cubana legata proprio all'elettronica e alla telecomunicazione. Tra le altre cose, il presidente Hu Jintao ha promesso di promuovere il turismo con l'obiettivo di portare nell'isola caraibica almeno 10.000 turisti cinesi nel 2005. [AT]
Altre fonti: Equilibri, Italia-Cuba, Osservatorio sulla legalità