Costa d'Avorio: crisi umanitaria

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Il tentato colpo di stato in Costa d'Avorio sta avendo gravi ripercussioni sul Paese africano. Secondo fonti governative, dietro all'insurrezione ci sarebbe da riconoscere l'appoggio di forze militari del Burkina Faso. Di fronte a queste provocazioni, è arrivata la risposta del Burkina Faso, che da parte sua denuncia la "barbarie delle forze ivoriane e dei gruppi civili strumentalizzati" contro gli immigrati burkinabé. In un programma trasmesso sulla televisione nazionale ivoriana sarebbe stato dichiarato infatti che l'unico modo per ottenere la vittoria sui ribelli sarebbe l'espulsione di tutti i burkinabé. Un'ondata di persecuzioni a sfondo etnico ha quindi costretto migliaia di persone a lasciare la Costa d'Avorio. L'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) cita rapporti secondo i quali sarebbero circa 4.000 i cittadini del Burkina Faso che lavorano nelle piantagioni del cacao e che ora sono fuggiti. L'UNHCR si è tuttavia congratulato per la recente decisione del governo ivoriano di sospendere temporaneamente la demolizione della bidonville ad Abidjan, cominciata in seguito al tentato colpo di stato. Nelle baraccopoli della capitale commerciale della Costa d'Avorio il Governo di Laurent Gbagbo aveva individuato i presunti responsabili della ribellione. Il Programma alimentare mondiale (PAM) che in un recente comunicato ha rilevato come "il continuo aumento degli sfollati mette in pericolo anche i Paesi confinanti in cui molti civili si recano per cercare rifugio" ha dovuto interrompere temporaneamente il lavoro di sostegno alimentare alle scuole e sostiene ci siano in Costa d'Avorio "tutti gli ingredienti per una crisi umanitaria su larga scala".
Pubblicato il: 12.10.2002 " Fonte: » Misna, UN News Centre, UNHCR;

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