Congo: massacro dei ribelli, scontri con studenti

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Un numero non precisato di civili - da 15 a 19, secondo diverse fonti - sarebbe stato ucciso da ribelli hutu rwandesi nel Sud-Kivu, in una remota zona dell 'est della Repubblica democratica del Congo: lo ha affermato Medar Majaribu, responsabile dell'amministrazione del territorio di Uvira, precisando che l'assalto è avvenuto venerdì scorso nella località di Kihinga, una quarantina di chilometri a ovest di Uvira, all'estremità settentrionale del lago Tanganyika. "Si tratta di Interahamwe (miliziani estremisti rwandesi, considerati tra i principali responsabili del genocidio in Rwanda del 1994, ndr) che hanno compiuto la strage mentre si ritiravano di fronte all'avanzata dell'esercito congolese" ha aggiunto Majaribu. Conferma di altri combattimenti arriva anche dal Maj Abou Thiam, portavoce della missione delle Nazioni Unite in Congo (MONUC), che informa dell'uccisione da parte delle truppe congolesi di 39 hutu rwandesi colpevoli del massacro dei giorni scorsi.

E sempre nella Repubblica democratica del Congo ci sono stati scontri tra le forze dell'ordine e un gruppo di universitari di Kinshasa, che ha occupato la strada in direzione di Matadi incendiando pneumatici e bloccando la circolazione. La settimana scorsa si erano tenute manifestazioni contro i disservizi dell'ateneo più importante del Paese a cui è seguita l'espulsione di 23 studenti dall'università, ritenuta ingiusta dal resto dei colleghi. L'intervento del ministro dell'educazione nazionale, Emile Ngoy, sembra aver riportato la situazione alla calma: dopo aver incontrato il personale accademico e una delegazione di studenti, il ministro ha ottenuto la sospensione del provvedimento di espulsione. Il politico ha anche chiesto la convocazione di un incontro urgente con i vertici dell'ateneo per studiare anche le altre rivendicazioni degli studenti, che denunciano le precarie condizioni di alloggio degli studenti.

Dieci anni fa, nel 1994, il genocidio di un milione di persone in Rwanda assestava un colpo mortale al diritto internazionale; nello stesso anno, in Sudafrica, Nelson Mandela veniva eletto presidente, coronando decenni di lotta della società civile contro l'apartheid. Sono solo alcuni dei motivi che hanno spinto "World social agenda", la manifestazione che da cinque anni accompagna la fiera italiana del Terzo settore di Padova a centrare l'edizione di quest'anno sull'Africa. Otto donne provenienti dal sud del mondo racconteranno "la loro Africa", attraverso parole, gesti, suoni e poesie. E ai sapori e ai colori dell'Africa sarà dedicato anche un intero padiglione della fiera, con bancarelle, artigiani e musicisti che ricreeranno il "mercato africano", cuore pulsante del continente, luogo di scambio e di relazioni. [AT]

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