Conferenza internazionale sulle sfide del sionismo cristiano

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A Ramallah si è tenuta la terza giornata di convegno della conferenza internazionale organizzata da Sabeel, movimento cristiano palestinese ecumenico di base per la teologia della liberazione. La maggior parte dei partecipanti, tra cui molti Pastori, teologi, accademici, religiosi e membri di comunità cristiane cattoliche e
protestanti, sono di provenienza nordamericana e anglosassone. Il tema della giornata è stato " Sionismo Cristiano e Politica Internazionale". Tra gli altri sono intervenuti Phillis Bennis, docente all'Istituto di Studi Politici a Whashington D.C. ed esponente della U.S. Campaign to End Israeli Occupation, la quale ha parlato alla manifestazione di Roma del 20 marzo a favore della pace e contro l'occupazione dell'Iraq, Stephen Zunes, Professore di Politologia ed esponenete del Peace and Justice Studies Program presso l'Università di San Francisco, e Jonathan Kuttab, Avvocato Palestinese che si occupa di diritti umani e membro del direttivo di Sabeel. Il movimento del Sionismo Cristiano è diventato negli ultimi anni una potente forza religiosa e politica, con un numero di aderenti nel mondo stimato intorno ai 100 milioni.

Tale potere condiziona pesantemente le politiche degli Stati Uniti d'America nei confronti di Israele, sia perché diversi politici sono essi stessi cristiani sionisti, sia perché lo sono la maggior parte dei loro sostenitori. Il Sionismo Cristiano vede nella realizzazione storica delle politiche territoriali israeliane sulla Cisgiordania la condizione necessaria per il ritorno del Messia e la fine dei tempi.
P. Bennis ha ricordato come ci siano nel mondo molte organizzazioni di ebrei contro l'occupazione, ma manchino analoghe organizzazioni attive di cristiani; occorre mobilitare i cristiani contro l'occupazione, anche perché parte della popolazione araba di questo territorio è da sempre di fede cristiana. Ha sottolineato che c'è un altro modo di impedire la realizzazione della politica degli imperi, e la chiave è l'educazione e la mobilizzazione della gente.
Questo possiamo farlo e non è troppo tardi, perché non è antisemitismo opporsi all'ingiustizia e all'occupazione.
Kuttab ha evidenziato come all'interpretazione conservatrice della Bibbia da parte dei sionisti cristiani manchi la compassione per il prossimo. Quando Gesù guarì di sabato, lo fece anche se proibito dalla legge, perché prima viene l'aiuto all'afflitto e la proclamazione della compassione e della misericordia.
"Guardiamo al costo umano e morale della realizzazione dello Stato di Israele, ai bambini della Terra Santa, che siano ebrei o arabi. Qui non stiamo parlando della terra che Dio ha dato ad Abramo , ma della casa, del letto, del bagno, degli alberi della popolazione che vive qui da sempre". Kuttab ha sottolineato l'importanza e l'efficacia della resistenza nonviolenta all'occupazione da parte dei giovani palestinesi, come sta avvenendo da tempo in alcune dimostrazioni contro il Muro, perché reagire ad un'ingiustizia con la violenza ci rende a nostra volta ingiusti e violenti.

Fonte: Operazione Colomba

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