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Conclusioni Forum Internazionale sul debito
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Roma 7 e 8 ottobre 2003
Gran parte dei debiti esteri dei paesi del Sud del mondo sono illegittimi o, addirittura, odiosi. Non perché l'ha detto l'amministrazione Bush dell'Iraq, chiedendo così la cancellazione del suo debito - accumulato negli anni della violenta e corrotta dittatura di Saddam Hussein - a danno anche di creditori come Francia e Russia; ma perché non è mai giusto che il popolo inerme paghi gli eccessi, gli interessi e la corruzione di regimi violenti e delle loro guerre. E questo riguarda non solo Saddam Hussein, ma anche Nigeria, Indonesia, Rd Congo, Sudan. e, perché no, l'Iraq sotto l'invasione, gli eccessi e gli interessi americani.
Questo il tema principale del Forum internazionale organizzato a Roma (sala Gonzaga, via della Consolazione, 7-8 ottobre) dalla campagna Sdebitarsi nell'ambito dell'Onu dei popoli organizzato dalla Tavola della pace. Per sottolineare ancora di più il tema, il pomeriggio del 7 ottobre il Forum ha affrontato, come caso emblematico, la questione del debito illegittimo
tra Ecuador e Norvegia - dove per salvare l'industria navale norvegese, si sono dati aiuti al paese latinoamericano sotto condizione che fossero acquistate navi inutili che ora è il popolo a pagare. In conclusione è apparsa evidente la necessità di legalizzare l'ordine mondiale che gestisce il debito estero attraverso un tribunale di arbitrato legittimato dalle
Nazioni Unite.
L'8 mattina, la terza sezione del Forum si è concentrata sugli effetti dell'applicazione della legge italiana 209/2000 per la cancellazione del debito dei paesi impoveriti. Durante l'estate un gruppo di ricercatori sono stati inviati da Sdebitarsi in Mozambico ed Uganda, i paesi che hanno ricevuto la più sostanziosa cancellazione di debito dall'Italia. I risultati sono
positivi: la spesa per il sociale e lo sviluppo è in aumento, c'è più trasparenza nelle relazioni del governo ex debitore e migliore qualità nei rapporti di cooperazione. Ma il lavoro di monitoraggio è solo all'inizio; va sviluppato e approfondito, per politiche più trasparenti ed efficaci a monte come a valle della cancellazione.
Nel pomeriggio dell'8, realizzato in collaborazione con le associazioni ed ong facenti parte della Campagna Questo Mondo non e' in vendita, l'attenzione del Forum si e' concentrata sugli effetti della Conferenza del WTO di Cancun. Gli oratori di varie organizzazioni internazionali che hanno
seguito "da dentro e da fuori" il vertice di Cancun, hanno analizzato le ripercussioni possibili prodotte dal fallimento della conferenza WTO e le potenzialita' rappresentata dall'opposizione manifestata da un arco eterogeneo di paesi all'accordo proposto da USA e UE . Questo nuovo e trasversale gruppo di paesi ha trovato la forza di dire no a partire da esigenze ed interessi diversi fra loro, scardinando il quadro solo apparentemente privo di possibili sorprese e reali dinieghi. Il dibattito e' ruotato sulle origini di questo nuovo scenario per valutare se si e' trattato soltanto di un fatto episodico che non segna una vera e propria svolta nelle relazioni tra gli stati o se invece non introduce una significativa novita' negli equilibri futuri tra nord e sud del mondo.
Anche il debito che rappresenta il freno piu' drammatico alla speranza di futuro per tanti paesi impoveriti del sud del mondo, assume sotto la nuova luce post-Cancun, il ruolo di arma economica a doppio taglio su cui sono tutti chiamati a riflettere. Gia' nell'immediato dopo Seattle, l'Africa prima di tutti e piu' ampiamente i paesi di quel che fu' il movimento dei
non allineati, hanno cominciato a pensarci e attrezzarsi. Il processo di riforma dell'OUA in UA e il progetto NEPAD sono, pur con tutte le loro contraddizioni (vedi le critiche formulate e le richieste di partecipazione da parte della societa' civile alla sua elaborazione e realizzazione) alcuni dei frutti piu' visibili di una reazione positiva, di un punto di vista capovolto ai processi di globalizzazione in atto. Anche in questo caso emerge forte l'esigenza di affrontare il ruolo, il peso e la legittimita' delle Istituzioni Finanziarie Internazionali e soprattutto di quella che attualmente e' l'unica legittima e riconosciuta sede di relazione fra gli stati, l'ONU. Il Forum si e' concluso con l'auspicio che gli spunti emersi durante le due giornate costituiscano un utile contributo alla discussione
che si realizzera' nel corso dell'Assemblea dell'ONU dei Popoli nei giorni a seguire nella citta' di Perugia e alla Marcia Perugia Assisi.
Gino Barsella e Raffaella Chiodo