Con l’etichetta musicale “Poche note possono bastare” ecco “Stay Human”

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Immagine: Open.spotify.com

La musica è un dono universale da mettere al servizio della pace. Con l’etichetta musicale “Poche note possono bastare” ecco “Stay Human” La musica è un dono universale da mettere al servizio della pace. Con l’etichetta musicale “Poche note possono bastare” ecco “Stay Human” che evoca l’appello di Vittorio Arrigoni.

Un progetto musicale con canzoni ideate e scritte da Laura Tussi e Fabrizio Cracolici, con il supporto del compositore Ivano Angelo Monti, che collabora e gestisce l’intelligenza artificiale per creare messaggi di riflessione e speranza. Esce con l’etichetta musicale “Poche note possono bastare” una composizione innovativa e avvincente, “Stay Human”, l’invito cioè “Restiamo umani”, reso celebre dall’attivista italiano Vittorio Arrigoni, ucciso a Gaza, che richiama l’importanza di mantenere la propria umanità anche nelle situazioni più difficili e disumane. Questo motto, divenuto simbolo della sua lotta per i diritti umani e la giustizia sociale, potrebbe essere un’ispirazione per tutti. La sua connessione con i temi della pace e della solidarietà risulta particolarmente rilevante, magari integrandolo nella sezione dedicata ai messaggi universali della musica.

La musica del resto ha sempre avuto un ruolo fondamentale nella promozione della pace e dell’unità tra i popoli. Che si tratti di inni spirituali, canti natalizi tradizionali o brani di cantautori contemporanei, il linguaggio universale delle note è capace di trascendere confini e divisioni. Non c’è dubbio che la musica, in tutte le sue forme, continui a essere un simbolo di speranza e armonia.

I Canti di Natale: tradizioni che uniscono

Tra le composizioni tradizionali che celebrano la pace, i canti di Natale occupano un posto speciale. In Italia, un esempio emblematico è “Tu scendi dalle stelle”, scritto da Sant’Alfonso Maria de Liguori nel XVIII secolo. Questo canto, con la sua melodia semplice e le parole profonde, esprime il senso più puro del Natale: l’avvento di una speranza divina in un mondo travagliato. Ancora oggi, è intonato nelle chiese e nelle piazze, evocando un senso di comunità e raccoglimento.

In ambito anglosassone, classici come “Silent Night” (“Stille Nacht”) e “O Holy Night” hanno segnato la storia della musica natalizia. “Silent Night”, in particolare, è celebre per aver unito soldati tedeschi e inglesi durante la tregua natalizia della Prima Guerra Mondiale nel 1914, dimostrando il potere della musica nel creare momenti di pace anche nei contesti più difficili.

I Classici della Musica Anglosassone e il Messaggio di Pace

Oltre ai canti natalizi, molti classici della musica anglosassone hanno diffuso messaggi universali di pace. Brani come “Imagine” di John Lennon restano simboli intramontabili di un mondo senza conflitti. Il testo invita ad immaginare un’umanità unita, senza barriere politiche o religiose, un tema che continua a risuonare con forza nelle generazioni successive.

Anche artisti come Bob Dylan, con canzoni come “Blowin’ in the Wind”, hanno contribuito a sensibilizzare l’opinione pubblica su temi di giustizia e uguaglianza, collegando la musica a battaglie sociali e politiche.

Il ruolo di Patti Smith e Joan Baez come voci attive per la pace attraverso la loro musica. Patti Smith e Joan Baez: Canzoni per un Mondo Migliore

Le voci di Patti Smith e Joan Baez sono state, e continuano a essere, delle colonne sonore per le lotte per la giustizia e la pace nel mondo. Entrambe le cantautrici, con le loro potenti liriche e le loro interpretazioni emozionanti, hanno saputo trasformare la musica in un potente strumento di cambiamento sociale.

Patti Smith, la “poetessa punk”, e Joan Baez, l’icona del folk, pur provenendo da generazioni e stili musicali diversi, condividono un profondo impegno politico e sociale. Le loro canzoni, spesso autobiografiche e introspettive, affrontano temi universali come l’amore, la perdita, la spiritualità, ma anche la guerra, l’ingiustizia e la discriminazione.

Con la sua voce graffiante e le sue performance carismatiche, Patti Smith ha sempre utilizzato la musica come un mezzo per esprimere la sua rabbia e la sua speranza. Brani come “People Have the Power” e “Because the Night” sono diventati veri e propri inni per i movimenti sociali, invitando le persone a unirsi e a lottare per un mondo migliore.

Considerata una delle più grandi voci del folk, Joan Baez ha dedicato gran parte della sua carriera alla causa dei diritti civili e alla lotta contro la guerra. Canzoni come “We Shall Overcome” e “Where Have All the Flowers Gone?” sono diventate dei classici del repertorio pacifista, ispirando generazioni di attivisti.

L’impegno di Patti Smith e Joan Baez ha lasciato un’impronta indelebile sulla storia della musica e dell’attivismo. Le loro canzoni continuano a risuonare nelle coscienze di molti, ricordandoci l’importanza di usare la nostra voce per difendere i nostri ideali e per creare un futuro più giusto ed equo.

Le due artiste hanno condiviso il palco in diverse occasioni, interpretando insieme brani come “People Have the Power”, un vero e proprio inno alla partecipazione e alla solidarietà. La loro amicizia e la loro collaborazione sono state un esempio luminoso di come la musica possa unire le persone e dare vita a un messaggio di speranza.

In un mondo sempre più diviso e conflittuale, le canzoni di Patti Smith e Joan Baez ci ricordano che la musica ha il potere di superare le barriere e di farci sentire meno soli. Le loro parole, cariche di passione e di umanità, continuano a essere una fonte di ispirazione per tutti coloro che lottano per un mondo più giusto e pacifico.

I cantautori contemporanei: voce della generazione attuale

Oggi, molti cantautori contemporanei continuano questa tradizione di impegno attraverso la musica. Artisti come Ed Sheeran, con brani che parlano di amore e speranza, e Billie Eilish, che affronta tematiche sociali e ambientali, usano la loro arte per ispirare il cambiamento. In Italia, cantautori come Ermal Meta e Simone Cristicchi hanno scritto canzoni che affrontano temi di pace, accoglienza e solidarietà.

Che si tratti dei canti di Sant’Alfonso Maria de Liguori o dei testi di Lennon e Dylan, dunque, la musica continua a essere uno strumento potente per costruire ponti tra le persone. La sua capacità di evocare emozioni e unire cuori è il suo dono più grande, rendendola un elemento imprescindibile nelle festività e nella vita quotidiana.

In un mondo ancora segnato da divisioni e conflitti, riscoprire il potere della musica può aiutarci a immaginare e costruire una realtà più armoniosa. Come cantava Lennon, “you may say I’m a dreamer, but I’m not the only one”: la musica, in tutte le sue forme, ci ricorda che non siamo soli nel nostro sogno di pace.

In questo filone si inseriscono Tussi, Cracolici e Monti. Invitiamo tutti ad aggiungere questo album nelle proprie playlist e a divulgare il nostro messaggio pacifista. La musica può essere un mezzo potente per unire le persone e promuovere la pace.

Buon ascolto su Spotify.com

Laura Tussi

Docente, giornalista e scrittrice, si occupa di pedagogia nonviolenta e interculturale. Ha conseguito cinque lauree specialistiche in formazione degli adulti e consulenza pedagogica nell'ambito delle scienze della formazione e dell'educazione. Coordinamento Italia Campagna Internazionale ICAN - Premio Nobel per la Pace 2017 per il disarmo nucleare universale, collabora con diverse riviste telematiche tra cui PressenzaPeacelinkIldialogoUnimondo, AgoraVox ed ha ricevuto il premio per l'impegno civile nel 70esimo Anniversario della Liberazione M.E.I. - Meeting Etichette Indipendenti, Associazione Arci Ponti di Memoria e Comune di Milano. Autrice dei libri: Sacro (EMI 2009), Memorie e Olocausto (Aracne 2009), Il dovere di ricordare (Aracne 2009), Il pensiero delle differenze(Aracne 2011), Educazione e pace (Mimesis 2012), Un racconto di vita partigiana - con Fabrizio Cracolici, presidente ANPI Nova Milanese (Mimesis 2012), Dare senso al tempo-Il Decalogo oggi. Un cammino di libertà (Paoline 2012), Il dialogo per la pace. Pedagogia della Resistenza contro ogni razzismo (Mimesis 2014), Giovanni Pesce. Per non dimenticare (Mimesis 2015) con i contributi di Vittorio Agnoletto, Daniele Biacchessi, Moni Ovadia, Tiziana Pesce, Ketty Carraffa, Antifascismo e Nonviolenza (Mimesis 2017), con Alfonso Navarra, Adelmo Cervi, Alessandro Marescotti.  Collabora con diverse riviste di settore, tra cui: "Scuola e didattica" - Editrice La Scuola, "Mosaico di Pace", "GAIA" - Ecoistituto del Veneto Alex Langer, "Rivista Anarchica". Promotrice del progetto per non dimenticare delle Città di Nova Milanese e Bolzano www.lageredeportazione.org e del progetto Arci Ponti di memoria www.pontidimemoria.it. Qui il suo canale video.

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