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Come un razionalista diventa scettico
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Foto: Unsplash.com
Presso la University of Southern California e con la collaborazione di alcuni colleghi australiani un gruppo di scienziati ha da poco presentato uno studio nel quale è stata indagata la facilità con cui l’informazione o la misinformazione riescano a offuscare la capacità delle persone di mantenere saldo il proprio senso della verità. Ed è un effetto nemmeno così difficile da ottenere. La ricerca, pubblicata sulla rivista scientifica «Plos One», ha mostrato come basti una cosa tanto semplice quanto incredibile: la ripetizione.
Gli studiosi che se ne sono occupati hanno esplorato il potere degli effetti che la ripetizione ha sulle opinioni e sulle verità in cui credono le persone, concentrandosi in particolar modo sul tema della scienza legata al clima, e per lo più su coloro che vengono considerati gli “alarmed believers”, ovvero chi è più allarmato di altri rispetto all’argomento. “Basterebbe anche una sola ripetizione per fare in modo che qualcuno consideri vera un’affermazione” sostiene Norbert Schwarz, uno dei coautori dello studio e professore di psicologia presso il Dornsife College of Letters, Arts and Sciences e presso la Marshall School of Business. Un esito davvero allarmante se si considera quante persone siano quotidianamente esposte ad affermazioni sia vere che false, non solo contribuendo alla loro diffusione, ma anche attuando scelte conseguenti che potrebbero avere pesanti ripercussioni sul Pianeta.
Secondo la ricerca psicologica le persone sono più propense a considerare vera un’affermazione se essa riflette i propri valori; tuttavia questa percezione può essere modificata da affermazioni ripetute alle quali, più si viene esposti, più si è inclini a cedere, credendole maggiormente valide. Un effetto che gli psicologi chiamano “truthiness”, ovvero l’effetto di verità illusoria.
Il gruppo di ricercatori si è interrogato su come coloro che hanno fiducia nella scienza del clima si sarebbero posti davanti a posizioni che esprimessero un certo scetticismo. In due tornate di studi che hanno coinvolto un totale di oltre 170 persone, quasi il 90% credeva nella scienza del clima e nel fatto che gli uomini siano i maggiori responsabili del cambiamento climatico in atto. Dovendo valutare la verità di una serie di affermazioni miste, alcune scientificamente provate, altre semplicemente scettiche ed essendo dopo solo un quarto d’ora sottoposte a un test analogo in cui la metà delle domande erano le stesse del test precedente, indipendentemente dalla forza delle proprie convinzioni, tutti i partecipanti al test hanno valutato le affermazioni che sono state loro sottoposte nel secondo test come “più valide”.
Un esito che si è rivelato con gli stessi risultati anche per quanto riguarda i profili più allarmati dal cambiamento climatico. In sintesi, quello che ne emerge è che alle persone basta anche una sola ripetizione dell’affermazione perché essa venga tenuta in maggiore considerazione e diventi potenzialmente vera. Come ha dichiarato ancora Schwartz, se da un lato amplificare la diffusione e la ripetizione di messaggi scientificamente fondati è indispensabile per rinforzare comportamenti positivi, dall’altro lato “le informazioni false non dovrebbero avere spazio nel dibattito sul clima, e meno che mai essere ripetute, pena il rischio che esse diventino familiari ai cittadini, purtroppo anche a quelli più convinti, e originino comportamenti controproducenti per arginare il più possibile il cambiamento disastroso che abbiamo provocato e stiamo contribuendo a peggiorare”. Repetita iuvant dicevano i latini, ma stiamo attenti a verificare prima che i contenuti che andiamo cianciando abbiano solide basi ed evidenze scientifiche.