Colombia: situazione incandescente

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Ancora incandescente la situazione in Colombia: durante la marcia dei movimenti sociali del primo di maggio è stato ucciso dalla polizia uno studente di 15 anni. Luis Evelis Andrade Casama, Presidente dell'Organizzazione Nazionale degli indigeni della Colombia ha recentemente sottolineato la resistenza e la politica di pace delle comunità indigene per fronteggiare un conflitto che Uribe non vuole riconoscere: "Per il Presidente della Repubblica non succede niente a livello di ordine sociale e considera nemici della sua re-elezione, nemici della patria e dello sviluppo della nazione, coloro che si sono inventati la guerra. Per il Presidente Uribe, i massacri, gli assassinati, i desplazados, le massiccie violazioni dei diritti umani sono fatti meramente fortuiti, casi isolati che sotto nessun pretesto hanno un significato politico"⅀
Continuano anche le "azioni del terrore" dello Stato per attaccare la comunità di pace di San Josè de Apartado. Il gesuita Javier Giraldo (da tempo minacciato di morte per il suo impegno) ha scritto una dura lettera al Presidente Uribe per "far cessare la disumana catena di crimini di lesa umanità perpetrati da Agenti dello Stato colombiano".

Desidero ricordare l'importanza di continuare attivamente la mobilitazione internazionale che si è accesa dopo le minacce che ho subito perchè padre Javier Giraldo e Gloria Cuartas continuano ad essere nel mirino, bersagli del potere arrogante di una democrazia fittizia che criminalizza i difensori dei diritti umani, i movimenti popolari, i sindacalisti. Ora le minacce sono dirette contro il collettivo di avvocati "Restrepo" e la sua Presidente Soraya Gutierrez Arguiello. Voglio testimoniare il coraggio e la professionalità militante di alcuni membri del collettivo Restrepo: di Alirio Uribe (vice presidente mondiale della Federazione Internazionale dei Diritti Umani FIDH), Dora Arias (che coordina l'osservatorio DESC dell'impatto delle multinazionali in Colombia), Adriana Cuellar (responsabile dell'area della comunicazione con i mass-media), che conosco personalmente visto che mi hanno appoggiato nell'assistenza giuridica nella mia odissea. Invito tutti a scrivere lettere di protesta che trovate qui di seguito allegata: come nel mio caso, la campagna internazionale è stata organizzata dall'Osservatorio Mondiale per la protezione dei Difensori dei diritti umani FIDH-OMCT di Ginevra.

Ricordo le forti parole di Soraya Gutierrez: "Il paramilitarismo è il fenomeno militare, sociale, economico e politico di maggiore crescita negli ultimi anni, di maggiore efferatezza criminale in termini di esercizio delle pratiche di terrorismo e grazie all'appoggio totale da parte dello Stato per lo sviluppo della guerra contro-insurgente. I gruppi paramilitari hanno cacciato la guerriglia da importanti zone del paese, trasformando sostanzialmente le relazioni con la popolazione, annichilando la resistenza sociale e l'opposizione democratica della società civile, convertendosi nei nuovi agenti di accumulazione capitalista, generando il fenomeno del desplazamento forzato, la concentrazione delle terre latifondiarie, l'implementazione di grandi progetti agro-industriali. Come strategia di guerra, uniscono la lotta antisovversiva contro l'industria del narcotraffico con il sostegno dello Stato, in una sola concezione di guerra irregolare di destra che ha costruito para-stati locali, fino a convertirsi in un fenomeno nazionale di potere. I paramilitari contano con l'appoggio di ampi settori impresariali, di commercianti, istituzioni di sicurezza dello Stato, forze militari e di polizia, rappresentati del potere giudiziario e governi locali e regionali; godono di una significativa rappresentanza nel parlamento colombiano e di una profonda affinità con l'attuale amministrazione dello Stato. Hanno dimostrato l'efferatezza del crimine e del terrore come strumenti di controllo sociale e politico e di accumulazione e difesa della ricchezza" (Democrazia o impunidad - aprile 2005).

Questa complicità che unisce Stato e paramilitarismo è stata analizzata anche dalle principali Ong statunitensi (WOLA, LAWGEF, CIP) che hanno presentato un interessante rapporto sui cinque anni del Plan Colombia, in occasione della visita di Condoleza Rice in Colombia a fine aprile. Adam Isacson del Center for International Policy - di Washington (tra i massimi esperti di narcotraffico nel mondo) mi ha scritto per esprimere la sua solidarietà nei miei confronti, per inviarmi questo scottante rapporto e confermarmi il loro impegno e indignazione nei confronti del massacro di San Josè de Apartado del 20 febbraio scorso che ha inquietato numerosi senatori democratici che hanno messo fortemente in discussione il Plan Colombia che in sei anni (2000-2005) ha sborsato 4.000 milioni di dollari: "Anche se la crisi in Colombia è urgente, gli USA devono cambiare le priorità. In vece di aiutare le forze militari della Colombia ad occupare il territorio, dobbiamo appoggiare i dirigenti eletti in Colombia affinché rafforzino lo Stato di Diritto e promuovano uno sviluppo più equitativo, governando per il bene di tutti".

di Cristiano Morsolin
Osservatorio Indipendente sulla Regione Andina SELVAS

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