Colombia: in vista del referendum

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Il 25 ottobre prossimo gli elettori colombiani dovranno esprimere il proprio voto in un referendum costituzionale indetto dal governo del presidente Alvaro Uribe. In 15 punti la popolazione esprimerà un giudizio su riforme politiche e fiscali che spaziano dalla riduzione del numero di seggi al Congresso, ad un consistente taglio alla spesa previdenziale, al congelamento dei salari del settore pubblico per due anni, all'abolizione dei mediatori municipali per i diritti umani e, soprattutto, all'illimitato potere di cui godrà l'Esecutivo di modificare o di porre il veto su proposte di legge avanzate dal Congresso.

Sul sito web di Alai (América Latina en Movimiento) si legge intanto che la grande maggioranza di colombiani non ha idea nemmeno di cosa sia un referendum e sembra che al governo poco importi quanto gli elettori sappiano sul referendum e sulle sue implicazioni, piuttosto lo intende come un plebiscito nei confronti del Governo, un giudizio sul lavoro svolto da Alvaro Uribe sin dalla sua elezione a Presidente della Colombia nell'Agosto 2002.

Secondo un'analisi di Equlibri.net "i maggiori problemi che il Governo Uribe deve affrontare, riguardano la forte opposizione al referendum si estende dai ribelli delle FARC (Fuerzas Armadas Revolucionarias de Colombia) e dell'ELN (Ejercito de Liberacion Nacional) alla Grande Coalizione Democratica (...) quest'ultima si oppone al referendum perché considera antidemocratiche molte delle misure politiche e fiscali in esso contenute e perché ritiene che esse siano il frutto di interessi internazionali piuttosto che nazionali".

Intanto non si placa la violenza tra esercito governativo, guerriglieri e squadre paramilitari: nelle ultime due settimane le vittime sono decine su tutti i fronti e numerose sono civili, mentre si allarga l'emergenza umanitaria nei villaggi colpiti dalla guerra, con centinaia di persone costrette ad abbandonare le proprie case.(RB)

Altre Fonti: Warnews, Equlibri.net

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