Colombia: guerriglia tra ex-Farc e Eln

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Un muro ad Araquita - Foto di Alice Pistolesi

di Maurizio Sacchi

In Colombia, da diversi giorni guerriglieri dell’Eln e i dissidenti del 33° Fronte delle Farc sono impegnati in combattimenti nel Catatumbo, Norte de Santander. L’istituto di medicina legale ha recuperato i corpi di 41 delle almeno 80 vittime stimate. Al momento, si stimano in almeno 40mila i civili in fuga dalle zone di conflitto. Il capo dell’Eln, Antonio García, ha affermato che l’innesco della guerra in questa zona è stato l’omicidio dell’impresario di pompe funebri Miguel Ángel López, insieme alla moglie, Zulay Durán Pacheco e al loro giovane figlio, di cui ha incolpato i dissidenti Farc. Ora circola un video di Javier Alfonso Velosa, alias Mechas, il principale leader del 33° Fronte: “Compagni, buongiorno. Oggi ci incontriamo qui per prendere un caffè. È il 21 gennaio. Compagni, coraggio, finché ci sarà un membro delle Farc nel Catatumbo, ci sarà speranza; siamo capaci, contate su di noi.  Siamo qui accanto a voi, spalla a spalla. Vendicheremo il nostro popolo. Tanto rispetto per la popolazione civile, per tutti.” L’Eln ribatte: “il Catatumbo è vittima dell’abbandono da parte dello Stato” e del “fallito processo di pace con le disciolte Farc, che ha facilitato il riarmo di molti ex combattenti oggi riuniti nel cosiddetto Fronte 33 la cui degradazione ci obbliga ad affrontarli”.

Malgrado le dichiarazioni, la ragione vera della disputa sarebbe il controllo del fiorente business del traffico internazionale di cocaina nella regione del Catatumbo. Entrambi i fronti hanno ribadito che “l’unico obiettivo” delle loro “azioni” erano i membri della dissidenza, “le loro milizie e la loro struttura economica”, e non “la popolazione non combattente”...

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