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Cipsi: "l'elemosina delle multinazionali delle acque minerali offende i poveri"
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"L’elemosina è un’offesa alla dignità di ogni essere umano. Offende chi la riceve e disonora chi la da!". E' la presa di posizione con cui Guido Barbera, presidente del Cipsi (Coordinamento di Iniziative Popolari di Solidarietà Internazionale che raggruppa 48 associazioni di solidarietà e cooperazione internazionale) "condanna l’elemosina delle multinazionali delle acque minerali che, protagoniste della lobby che rifiuta di riconoscere l’acqua come diritto universale, cercano di offrire una loro immagine positiva sostenendo progetti per l’accesso all’acqua nei paesi impoveriti".
Seppur non citato direttamente, appare chiaro il riferimento alla recente campagna pubblicitaria (qui il video pubblicitario; qui la presentazione-video) promossa da Ferrarelle per Unicef intitolata "Il viaggio dell'acqua che fa del bene" che da diversi giorni appare negli spot televisivi in televisione e al cinema oltre che su vari quotidiani nazionali raccontando la fiaba dell'"l’acqua che fa del bene anche a chi non la beve" che si conclude con lo slogan: "La cosa fantastica è che è una storia vera".
"L'iniziativa di Ferrarelle - spiega sul sito il Presidente di Unicef Italia, Vincenzo Spadafora - di sostegno e sensibilizzazione al progetto Unicef "Acqua e igiene in Eritrea" rappresenta un gesto di grande valenza etica e morale, anche in virtù delle recenti notizie che parlano del continente africano come uno dei più colpiti dall'"emergenza acqua". Spadafora si augura quindi che "sempre più le aziende italiane scelgano la via della solidarietà e dell'impegno umanitario, affinché, nonostante questo periodo di difficoltà, non manchi l'aiuto e il sostegno verso quei bambini che hanno bisogno di noi".
Di diverso avviso il presidente del Cipsi. "Destinare qualche migliaio, o centinaia di migliaia, di euro per qualche pozzo o servizio igienico in Africa, equivale all’elemosina del ricco Epulone" - spiega Barbera, che rilancia proponendo di "boicottare il mercato delle acque minerali ed educare all’utilizzo delle acque potabili". "In questo modo possiamo veramente essere solidali, con noi stessi e con tutti coloro che vivono in condizioni di impedimento all’accesso all’acqua. Il risparmio dall’acquisto di acque minerali, non solo è una risposta all’attuale crisi economica familiare, ma può facilmente diventare una notevole fonte di sostegno alla solidarietà per garantire l’accesso all’acqua a milioni di persone".
Il Cipsi - continua Barbera - sta realizzando la campagna "Libera l’acqua – Riconosci un diritto. Portalo a tutti" che attraverso 14 progetti, realizzati da associazioni di cittadini volontari, intende portare l’acqua a 400mila persone. "Chiediamo a tutti i locali pubblici e ai supermercati di promuovere la distribuzione di acqua potabile pubblica, magari anche gassificata con gli appositi sistemi, utilizzando borracce o contenitori ecologici e riutilizzabili, liberandoci dalla quantità enorme di bottiglie di plastica usate dalle acque minerali, diminuendo sostanzialmente l’inquinamento del trasporto dovuto all’acqua e destinando una parte di questo enorme risparmio a sostenere le attività per garantire l’accesso all’acqua ad ogni essere umano" - sottolinea Barbera. "In questo modo possiamo parlare di 'responsabilità sociale', non certamente quando si vuole solo promuovere l’immagine ed il marchio dell’acqua - conclude il presidente del Cipsi.
Un'iniziativa quella di 'Ferrarelle per l'Unicef' e una presa di posizione, quella del presidente del Cipsi, che - crediamo - non mancheranno di sollevare dibattito.
Giorgio Beretta
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