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Chiusi dentro: i campi di confinamento nell'Europa del XXI secolo, dall'alto
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Immagine: Balcanicaucaso.org
Un progetto multimediale di Altreconomia e rete RiVolti ai Balcani analizza con immagini satellitari i campi di dieci paesi, in cui vengono confinati rifugiati e persone in movimento, a seguito del libro "Chiusi dentro, campi di confinamento nell'Europa del XXI secolo".
E' online da metà settembre, a cura della rete Rivolti ai Balcani e realizzato da Altreconomia in collaborazione con PlaceMarks, una sorta di spin-off del corposo saggio "Chiusi dentro, campi di confinamento nell'Europa del XXI secolo", uscito prima dell'estate e di cui OBCT aveva scritto intervistando Gianfranco Schiavone, presidente di ICS - Ufficio rifugiati Onlus di Trieste e membro della rete RiVolti ai Balcani.
L'intento del progetto "Chiusi dentro. Dall'alto "è fornire uno strumento aggiuntivo al libro, per comprendere la complessità del fenomeno delle politiche di confinamento di rifugiati, asilanti e persone in movimento in campi costruiti o finanziati in paesi dell'Unione europea o con fondi UE: Non ha la pretesa di far vedere tutti i campi di detenzione, trattenimento e perciò confinamento dei migranti in Europa o nelle sue immediate vicinanze - cosa di per sé impossibile -, ma vuole raccontare materialmente alcuni casi emblematici, e sotto certi profili inquietanti."
Grazie a oltre cento immagini e mappe, vengono analizzati alcuni campi dei paesi studiati nel saggio pre-estivo, integrando con nuovi paesi, seguendo le rotte migratorie di terra: Cipro, Grecia, Bulgaria, Macedonia del Nord, Serbia, Bosnia ed Erzegovina, Ungheria, Croazia, Albania, Italia, Francia, Spagna, Polonia e Lituania.
Laddove si tratta di paesi esterni all'Unione, ma comunque paesi al cuore dell'Europa come Turchia e Bosnia Erzegovina, si parla di campi che rientrano nella cosiddetta politica di "esternalizzazione delle frontiere", cioè quella politica europea che sempre più "delega" - con cospicui finanziamenti - la gestione del flusso migratorio a paesi terzi, impedendo alle persone l'accesso al diritto d'asilo in UE e dove vengono violati diritti fondamentali.
Lo ha sottolineato Gianfranco Schiavone, nel saggio "Chiusi dentro": “La finalità degli attuali campi di confinamento è quella di confinare masse consistenti di esseri umani degradati a ‘non-persone’ di cui ci si deve occupare al solo fine di impedire, almeno in parte, che essi raggiungano il territorio di quegli Stati che non intendono, sia in termini giuridici che materiali, farsene carico. Nella misura in cui il campo di confinamento ha come primaria finalità la gestione autoritaria di masse umane considerate in eccesso, può dunque anch’esso, con le sue peculiarità, essere considerato un’istituzione concentrazionaria”...