Chiudere quegli uffici è una follia

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“Se la Rai abbassa l’asticella, scende il livello di tutta l’informazione italiana. La Rai non solo deve tenere aperti gli occhi sul mondo ma deve lasciare che siano contagiosi”. Marco Tarquinio, direttore di Avvenire sintetizza così l’opinione dei partecipanti della conferenza contro la chiusura degli uffici di corrispondenza della Rai che si è svolta ieri [mercoledì 29 febbraio, ndr] a Roma presso la sede della FNSI.

Non è una vicenda marginale tra le tante che investono la Rai ma una questione che riguarda il futuro dell’Italia nel mondo, la sua credibilità e la sua capacità di essere un vero e proprio attore globale. L’Italia non può privarsi di una propria rete capillare di giornalisti diffusa nelle aree più strategiche del mondo. In un tempo segnato dalla manipolazione dell’informazione, la Rai non può rinunciare ad avere un proprio punto di vista. Raccontare il mondo in modo indipendente da politica, governi ed economia è uno dei compiti fondamentali di ogni servizio pubblico radiotelevisivo. Accade in Europa, deve accadere anche in Italia.

Chiudere quelle sedi vorrebbe dire abbattere dei ponti attraverso i quali passano non solo notizie, consapevolezza, cultura ma anche sviluppo economico, ricchezza, interscambi. L’Italia è ormai un paese dove vivono milioni di cittadini del mondo. Conoscere cosa accade nei loro paesi di origine ci aiuterà a conoscerci meglio e a vivere meglio insieme.

928.500 euro, tanto costano le sette sedi che si vogliono chiudere in Africa, Asia, Russia, America Latina e Europa, si possono facilmente risparmiare tagliando i veri sprechi che si annidano nei cachet milionari di molti artisti o nei compensi di molti dirigenti. Sulla questione sta discutendo in queste ore la Commissione parlamentare di Vigilanza con il Presidente e il Direttore Generale dell’Azienda.

All’incontro hanno preso parte rappresentanti del mondo missionario, delle organizzazioni della società civile, i direttori di Avvenire e de l’Unità, della FNSI e Usigrai, giornalisti e corrispondenti della Rai. I numerosi parlamentari presenti all’incontro (Vernetti, Giulietti, Merlo, Carra, Rao, Vita, Melandri, Pardi) hanno ribadito il loro personale impegno contro una decisione “folle” che, è stato detto, impoverisce la Rai. Gli onorevoli Vernetti e Giulietti hanno annunciato di voler presentare un’apposita mozione alle commissioni esteri e cultura della Camera.

A conclusione dell’incontro Roberto Natale, Presidente Fnsi, ha letto il secondo articolo del Contratto di Servizio in cui si afferma che la Rai deve “assicurare un elevato livello qualitativo della programmazione informativa, ivi comprese le trasmissioni di informazione quotidiana e le trasmissioni di approfondimento, i cui tratti distintivi sono costituiti dall’orizzonte europeo ed internazionale, il pluralismo, la completezza, l’imparzialità, obiettività, il rispetto della dignità umana.”

L’iniziativa è stata promossa da: Tavola della pace, Articolo 21, Usigrai, FNSI, Nigrizia, Missione Oggi, Popoli e Missione, Misna, Premio Ilaria Alpi, Coordinamento Nazionale degli Enti Locali per la Pace e i Diritti Umani.

Fonte: Tavola della pace

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