Cecenia: donne usa e getta

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Resta altissima la tensione a Mosca dopo l'attentato terroristico dei giorni scorsi che ha causato la vita a 17 giovani. L'Associazione per i Popoli Minacciati (APM) denuncia il rischio di un'escalation di violenza nei confronti delle donne in Cecenia ed Human Rights Watch sottolinea gli esiti catastrofici della campagna anti-terrore del Presidente russo Vladimir Putin.

Dopo l'attentato suicida perpetrato a Mosca da due ragazze poco più che ventenni, APM teme che la situazione delle donne in Cecenia, già vittime di soprusi da parte delle forze di sicurezza russe, possa radicalmente peggiorare. "Gli attentati suicidi non si possono giustificare, ma temiamo che anche questi aumentino, perché uno dei motivi per questi attentati è dato sicuramente dalla violenza disumana perpetrata dalla truppe russe", hanno dichiarato rappresentanti dell'associazione.

Della situazione delle donne cecene scrive anche sul settimanale Internazionale la giornalista russa Anna Politkovskaja. "Non servono altri sforzi per trasformare una donna in una terrorista suicida usa e getta, perché è già stato fatto tutto. La donna cecena oggi è veramente uno zombie: lo è diventata grazie ai lunghi anni di sofferenza continua e quotidiana. Lo è diventata per la situazione in cui vive la sua famiglia. È stata addestrata al martirio dai metodi usati con la popolazione civile da entrambe le parti combattenti".

"Quattro anni fa la determinazione di Putin nel reprimere i ribelli separatisti ceceni aveva contribuito alla sua elezione" ricorda Anna Neistat, di HRW "ma nel frattempo la sua strategia anti-terrorismo si è rivelata catastrofica. I ribelli ceceni compiono attentati sui civili all'interno ed all'estero della Cecenia".

Inoltre l'IHFHR (International Helsinki Federation for Human Rights) ha espresso preoccupazione per le crescenti violazioni dei diritti umani che stanno coinvolgendo la confinante repubblica dell'Inguscezia, dove sono rifugiati decine di migliaia di civili ceceni. "Queste operazioni, dirette contro i rifugiati locali, vengono compiute da soldati russi mascherati, e si risolvono in sparizioni (almeno quattro durante lo scorso giugno), torture, maltrattamenti, furti ed estorsioni"; secondo l'agenzia, ai raid parteciperebbero anche agenti della polizia del governo ceceno.

Fonti: Associazione per i Popoli Minacciati, Warnews, Human Rights Watch

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