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Caso Cucchi: proteste per le parole di Giovanardi, sui blog tutti i documenti
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"Le parole del ministro Giovanardi sono sorprendenti e stupefacenti. Picchiare chi usa droghe è lecito? Abbandonare a se stessi chi fa uso di droghe è lecito? Ci risponda il ministro Giovanardi la cui legge illiberale e punitiva ha creato la tragedia del sovraffollamento carcerario". Lo ha dichiarato Patrizio Gonnella, presidente nazionale di Antigone, in risposta alle dichiarazioni del sottosegretario Carlo Giovanardi durante la trasmissione di ieri "24 Mattino" su Radio 24 circa la morte di Stefano Cucchi.
Secondo Giovanardi il giovane Stefano Cucchi è morto perché "anoressico, drogato e sieropositivo". "Era in carcere perché era uno spacciatore abituale. La verità verrà fuori, e si capirà che è morto soprattutto perché era di 42 chili" - ha dichiarato Giovanardi. "E' la droga che ha devastato la sua vita, era anoressico, tossicodipendente, poi c'è il fatto che in cinque giorni sia peggiorato, certo bisogna vedere come i medici l'hanno curato. Ma sono migliaia le persone che si riducono in situazioni drammatiche per la droga, diventano larve, diventano zombie: è la droga che li riduce così". La sorella di Stefano, Ilaria Cucchi, ha replicato duramente: "Le parole di Giovanardi si commentano da sole. Quel che è certo è che la famiglia è sempre in attesa di giustizia. Che Stefano aveva dei problemi non lo abbiamo mai negato ma non per questo doveva morire così".
Dura anche la replica del presidente nazionale di Antigone, Patrizio Gonnella. "Non sappiamo se Stefano Cucchi è morto per le violenze subite, per le cure negate o per altra ignota causa. Sicuramente la concausa della morte di Stefano Cucchi è una legge iper-punitiva (la Fini-Giovanardi) che tratta chi fa uso di droghe personali come un delinquente e lo butta irrimediabilmente in galera". "Le parole del ministro Giovanardi - ha aggiunto Gonnella - sono sorprendenti e stupefacenti. Soprassedere sulle violenze, sui diritti calpestati, su quanto caduto in questi sei giorni e dare tutta la colpa alla droga è quanto meno singolare. Picchiare chi usa droghe è lecito? Abbandonare a se stessi chi fa uso di droghe è lecito? Ci risponda il ministro Giovanardi la cui legge illiberale e punitiva (che assimila droghe leggere e droghe pesanti) ha creato la tragedia del sovraffollamento carcerario" - ha concluso il presidente nazionale di Antigone.
"Non c'è alcun mistero sulla morte di Stefano Cucchi. Può sembrare paradossale, ma tutto è documentato e leggibile negli atti". Sono le parole del professor Luigi Manconi riferite dall'on. Giuseppe Giulietti dell'associazione Articolo21. "E si tratta di un atto di accusa che non può essere ignorato, nè dalle istituzioni, nè dalla politica nè, per quanto ci riguarda dai media. Per queste ragioni - prosegue Giulietti - l'associazione Articolo21 non solo ha deciso di riprendere la documentazione ma anche di chiedere a tutti i blog e a tutti i siti di linkare i video e la documentazione (in. pdf) pubblicata sui siti www.abuondiritto.it, www.italiarazzismo.it, e www.innocentievasioni.net. Ci auguriamo, infine che tutte quelle trasmissioni che hanno trovato il tempo e lo spazio per dedicare ore e ore di trasmissioni ai delitti di Cogne, di Perugia, di Garlasco vogliano finalmente dedicare analoghe attenzione alla vergognosa vicenda di Cucchi o a quella già dimenticata di Aldo Bianzino o alla restituzione della memoria e della verità alla famiglia Aldrovandi di Ferrara, la cui vicenda per molto tempo fu circondata da un silenzio complice ed omertoso. Comprendiamo che si tratti di 'delitti più scomodi' e meno utilizzabili all'industria della paura ma non per questo si può fingere di non vedere, di non sentire e di non sapere".
Nei giorni successivi alla tragica morte del giovane Stefano Cucchi sono state numerose le associazioni che hanno chiesto che si faccia presto verità sul caso. Stefano Cucchi era stato arrestato per pochi grammi di droga nella notte del 15 ottobre e è deceduto all’alba del 22 in una cella del padiglione di pena dell’ospedale Sandro Pertini.
Amnesty International ha chiesto alle autorità italiane di "favorire l'accertamento della verità e scongiurare il più possibile ogni rischio di impunità, garantendo una collaborazione piena e attiva alle indagini e dichiarando apertamente che è interesse delle istituzioni fare piena luce su quanto accaduto a Stefano Cucchi, accertare le eventuali responsabilità e condurre davanti alla giustizia le persone indiziate di comportamenti criminali". Amnesty International ha ricorda to che l'Italia non si è ancora dotata di un organismo indipendente di monitoraggio sui diritti umani, né di meccanismi di prevenzione dei maltrattamenti nei luoghi di detenzione, non avendo peraltro ratificato il Protocollo opzionale alla Convenzione delle Nazioni Unite contro la tortura, il quale richiede una disamina regolare del trattamento delle persone private della libertà.
Il Gruppo Abele, il Coordinamento nazionale delle comunità di accoglienza, il Coordinamento nazionale nuove droghe, Forum Droghe, Antigone, Itaca Italia hanno chiesto che siano al più presto accertate le circostanze della morte di Stefano Cucchi e che di questa richiesta di verità si faccia carico in modo ufficiale anche il Dipartimento antidroga. "Come operatori ci colpisce che dal Dipartimento antidroga, che ha il compito di prevenire, curare, prendere in carico e reinserire le persone tossicodipendenti non sia venuta una parola chiara e netta che chieda istituzionalmente la verità sul decesso di Cucchi, nell’esercizio delle sue funzioni specifiche. E tanto più che Stefano ha trovato la morte mentre era sotto custodia dello Stato" - riporta la nota. "Non ci stancheremo mai di ricordare l’importanza delle misure alternative al carcere per le persone tossicodipendenti che finiscono invischiati nel circuito penale" - sottolineano le associazioni. [GB]