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Caritas: 7,5 milioni di poveri, manca un piano di lotta
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Sono 7 milioni e 577 mila persone che in Italia vivono in condizioni di povertà: rappresentano il 13,1% della popolazione e fanno parte di 2 milioni 585 mila famiglie (l'11,1% del totale). E quanto emerge dal VII Rapporto della Caritas Italiana, che verrà pubblicato a ottobre, e di cui Caritas Italiana e Fondazione Zancan hanno fornito oggi alcune anticipazioni affinchè nella Finanziaria vengano poste in atto politiche organiche di lotta alla povertà.
Il tasso di povertà non cala e poveri non sono solo tra i disoccupati e i migranti, ma sono anche diplomati, famiglie monoreddito con più figli, pensionati e specialmente tra le donne. Nel semestre aprile-settembre 2006 si sono rivolte ai Centri di Ascolto promossi dalla Caritas 30.453 persone in difficoltà: i due terzi sono di cittadinanza straniera, una su sette è senza un domicilio stabile o in situazioni di precarietà abitativa (3.519 persone, pari al 13,9% del totale).
Il rapporto 2007 su emarginazione ed esclusione sociale dal titolo "Rassegnarsi alla povertà", riporta che il 26,2% delle famiglie con cinque o più componenti vive in condizioni di povertà, ma nel Mezzogiorno questo dato sale al 39,2%. In altre parole "avere tre figli da crescere, in Italia, significa un rischio di povertà pari al 27,8% e nel Sud questo valore sale al 42%" - ha spiegato mons.Vittorio Nozza presentando alla Sala Stampa della Camera dei Deputati, la prima parte del Rapporto.
Don Nozza ha disegnato una fotografia abbastanza impietosa dell'Italia sotto il profilo della povertà, ma allo stesso tempo ha messo in evidenza come proprio questa situazione di sofferenza deve spingere "a nuovi impegni di giustizia non solo la comunità cristiana, ma l'intera politica e il settore dell'aiuto volontario". Si deve metter a punto ''un'agenda di fiducia in un paese vulnerabile''. E l'Italia lo è perchè ''non è il posto dell'uguaglianza e nemmeno quello delle opportunità. Più di altri paesi europei, essa presenta grandi differenze fra chi vive in un discreto benessere, chi tutti i giorni lotta per non oltrepassare la soglia della poverta', chi dentro la poverta' ci sta da tempo e non intravede nulla di nuovo nel futuro" - ha detto don Nozza.
Il direttore della Caritas Italiana ha poi evidenziato che in Italia "il reddito non è distribuito in modo equo, si concentra ai vertici ed è diluito alla base. Quanto a differenze sociali ed economiche peggio di noi, in Europa, sta solo il Portogallo. Spagna, Irlanda, Slovacchia e Grecia garantiscono - anche se di poco - una maggiore uguaglianza, per non parlare di Francia, Germania o dei paesi scandinavi".
Mons. Pasini ha ricordato che "l'Italia manca di un piano di lotta alla povertà": la storia del nostro Paese è come disseminata di 'buone intenzioni' ma esse non si sono mai tradotte in un piano esplicito, serio, organico di lotta alla povertà, ivi compresa la dotazione di criteri e di tempi di verifica della sua efficacia". E - ha aggiunto il presidente della Fondazione Zancan - "tutto questo, nonostante il permanere della povertà, pur nella sua evoluzione". Secondo l'Istat da anni i cittadini collocati sotto la "soglia della povertà" sono circa 7,5 milioni e almeno 900.000 famiglie in Italia non vengono comprese tra i poveri, solo perché superano la soglia della povertà, per una somma che va da un minimo di 10 euro ad un massimo di 50 euro al mese. [GB]