Canada G8: nessuna iniziativa concreta contro la povertà, Italia ferma al palo

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“I leader dei Paesi più ricchi del mondo non hanno adottato alcuna iniziativa concreta per combattere la povertà, e l’Italia non ha dato alcun segnale di inversione di rotta rispetto alle promesse mancate degli anni passati”. E' la denuncia di Luca De Fraia, Vice segretario generale di ActionAid Italia, da Toronto riguardo sia al Vertice dei G8 che al successivo Vertice del G20 che si sono svolti lo scorso fine settimana. Un commento condiviso dalla maggior parte delle ong e delle reti della società civile presenti in Canada per i Summit dei G8 e dei G20.

“Nella dichiarazione finale, presentata dal Primo Ministro canadese Harper, gli Otto Grandi hanno riconfermato in modo rituale gli impegni già assunti negli anni passati: nessun riferimento al mancato raggiungimento degli impegni sottoscritti a Gleneagles, nonostante un ammanco di 18 miliardi di dollari” - continua De Fraia. “L’unica eccezione concreta è l’impegno del governo canadese di investire 1,2 miliardi di dollari nei prossimi cinque anni: poca cosa rispetto all’esigenza di salvare gli Obiettivi del Millennio per la lotta alla povertà”. Rispetto agli impegni presi in tema di sicurezza alimentare al Vertice de L’Aquila, nella dichiarazione finale si afferma che, dei 22 miliardi di dollari promessi dai Paesi donatori per i prossimi tre anni, solamente 6,5 miliardi di dollari sono stati impegnati. “Considerando che i fondi necessari per far fronte al costante aumento del numero di affamati sono pari a 40 miliardi di dollari annui, sarebbe stato necessario che i G8 avessero adottato obiettivi all’altezza della sfida e scadenze chiare per dare seguito agli impegni sulla sicurezza alimentare presi solo un anno fa” - continua De Fraia.

L’Italia si presentava al Summit con un buco di 21 miliardi di dollari rispetto alle promesse mancate di questi anni, senza aver saldato i conti con il Fondo Globale per la lotta all’Aids per circa 280 milioni di euro, e rimanendo nelle ultime posizioni nell’iniziativa per la sicurezza alimentare annunciata l’anno scorso a L’Aquila. “Questo G8 rappresentava per l’Italia la possibilità di ristabilire la sua credibilità internazionale come partner affidabile. Nonostante ciò, la voce del nostro Paese in questi giorni di Summit è stata debole, lanciando messaggi contradditori di sostegno alla Muskoka Initiative e facendo mancare l’appoggio all’adozione di una tassa sulle transazioni finanziarie (FTT)”, dichiara De Fraia. “Se il nostro Paese vuole mantenere un ruolo nella nuova geopolitica globale, le istituzioni italiane devono dare un segnale di responsabilità” - ha conlcuso De Fraia. “Il Governo deve approntare il piano di riallineamento per portare le risorse investite per la lotta alla povertà in linea con gli obiettivi stabiliti a livello internazionale, come promesso dal Ministro dell’Economia Tremonti un anno fa”.

“Dopo che il G8 ha lasciato cadere nel vuoto il suo impegno di aiutare i paesi più poveri, il G20 ha perso l’occasione di ridurre la povertà attraverso l’adozione di una tassa sulle banche” - aggiunge Farida Bena, portavoce di Oxfam e Ucodep (testo in . pdf). “Per usare un linguaggio calcistico, i difensori del Canada hanno impedito agli USA e e all’Unione Europea di fare goal nella partita più importante per l’Africa. Il G20 avrebbe dovuto applicare una tassa al settore finanziario per dare veramente una mano ai 64 milioni di persone impoverite dalla crisi economica”.

“Ad ogni successivo Vertice un passo indietro. Ormai sembra essere questa la logica degli appuntamenti delle 20 maggiori economie del pianeta” - commenta Sergio Marelli portavoce della Coalizione italiana contro la povertà (GCAP Italia). “In assenza di misure regolatrici imposte alla finanza internazionale concede tempo prezioso agli speculatori internazionali per continuare ad agire indisturbati e a trarre enormi profitti scaricandone i costi sulle fasce deboli, i piccoli risparmiatori e le economie vulnerabili del Sud del mondo”. “Le due dichiarazioni finali brillano per inconsistenza: nessun accenno all’impegno assunto di aumentare l’Aiuto pubblico allo sviluppo” - conclude il portavoce della Coalizione GCAP.

In definitiva, come sintetizza Andrea Baranes della CRBM, "l'unico accordo è che non c'è nessun accordo". "Il grande circo del G20 si sposta adesso a Seul per l'incontro di novembre, che dovrebbe, nelle intenzioni dei leader, riuscire a mettere qualche cifra e qualche data al magrissimo comunicato di Toronto. Lo stesso comunicato si chiude ricordando i successivi appuntamenti, in Francia nel 2011 e in Messico nel 2012. L'impressione, lasciando Toronto, è che l'unica cosa su cui i 20 grandi del mondo sono riusciti a trovare un accordo è nel tenere in piedi lo stesso sistema del G20, a discapito della pochezza dei risultati raggiunti". [GB]

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