Caldo e incendi: allarme fauna e i governatori irresponsabili

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La siccità di queste settimane, la canicola che avvolge tutta l'Italia e la piaga degli incendi stanno causando un biocidio gravissimo: milioni di animali selvatici (uccelli, mammiferi, pesci, anfibi e rettili) sono già morti o rischiano di farlo. E' questa la terribile situazione di grave crisi della fauna italiana denunciata dalla LAV.

Il quadro del disastro ecologico al quale stiamo assistendo si aggrava di giorno in giorno e durerà fino a settembre: fiumi e laghi ridotti a pozzanghere, habitat quasi inospitali per gli animali che non vi trovano più rifugio o cibo, danni incalcolabili in termini di capacità e risultato riproduttivo, capacità di sussistenza e di raggiungimento dello status ottimale per i singoli animali e per la generalità delle popolazioni selvatiche. Molti piccoli di uccelli e mammiferi nati quest'estate moriranno prima di divenire adulti.

Ecco, secondo il monitoraggio della LAV, quali sono gli animali minacciati nelle varie regioni: per la caccia anticipata sono a rischio soprattutto le specie migratorie come tortore, merli, quaglie (in forte declino da anni in tutta Europa!) e colombacci; doppiette puntate anche contro uccelli stanziali come gazze e ghiandaie e varie specie di anatre (dai germani reali alle marzaiole alle alzavole), nonostante tali uccelli siano ancora in periodo di riproduzione e di allevamento dei piccoli. Rilevanti i danni che si prospettano anche alla fauna dei nostri torrenti per la mancata sospensione della pesca: in cima ai condannati troviamo trote, barbi, cavedani, vaironi, ecc.

"Di fronte a questa straordinaria emergenza ambientale le Regioni, alle quali sono affidati ampi poteri in materia, stanno proseguendo una politica sfacciatamente irresponsabile - denuncia Ennio Bonfanti, responsabile "fauna" della LAV - i Governatori di ben 16 regioni, infatti, hanno dato l'ok alla scellerata apertura anticipata della caccia sin dalla prima settimana di settembre quando invece la legge statale 157 del 1992 avvia il calendario venatorio alla terza domenica del mese; finora nessuna Regione, poi, ha risposto all'appello della LAV di emanare provvedimenti d'urgenza per vietare la pesca in tutte le acque interne fino alla fine dell'anno, in modo da consentire la sopravvivenza della fauna ittica".

Contro la politica filovenatoria delle Regioni e per chiedere maggiore tutela degli animali selvatici, la LAV ha lanciato due petizioni popolari rivolte alle istituzioni italiane ed europee che possono essere firmate anche on-line sul sito web www.infolav.org

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