Calderoli: verità, promesse, bugie ed omissioni

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A Rimini il Ministro Calderoli è stato categorico: "il respingimento" da parte di un Paese "è una misura estrema che è finalizzata a un'opera di prevenzione perché non partano e vengano aiutati a casa loro". Sul finire della dichiarazione ci troviamo d’accordo: “aiutiamoli a casa loro”. Ma facciamolo! Il leader del partito più vecchio d’Italia Umberto Bossi aveva promesso già nel 1999 (secolo scorso) un Piano Marshall per i paesi poveri. Ad oggi non v’è traccia. Anzi. L’Italia è la più tirchia dei paesi occidentali. Dà meno aiuti ai paesi impoveriti che ai dipendenti del Tesoro come premio natalizio. Anziché lo 0,7% del PIL promesso lo 0,1%. Sette volte in meno di quanto ci eravamo impegnati a dare. Molti ospedali, scuole, centri nutrizionali chiudono i battenti. I volontari tornano a casa e gli organici vengono ridimensionati. La cooperazione allo sviluppo si affida quasi esclusivamente agli Enti locali e alla solidarietà popolare.

Continua il Ministro: “Personalmente credo che l'indirizzo che vorrebbe l'accoglimento degli emigranti sembra apparentemente quello buono, ma di fatto non si fa il bene di queste persone. Dobbiamo prendere atto che rappresentiamo la (…) parte Sud del mondo, della povertà, e quelli di cui dovremmo farci carico sono un numero "esagerato" che non possiamo integrate e accogliere. Soprattutto faremmo un torto nei confronti del paese di partenza”. Infatti, secondo Calderoli “è un discorso di dignità umana: uno non si può snaturare, non si può sradicare rispetto al proprio territorio. E poi togliere forze giovani vuol dire condannare la parte povera del mondo a un periodo di ulteriore sofferenza”.

Analisi. Il mondo non finisce a Capo Passero. Il ministro ha una concezione referenziale e tolemaica della geografia. Ha, inoltre, una concezione distorta della concentrazione della ricchezza. Le capitali dei sud del mondo hanno anch’esse centri finanziari ricchissimi pur se circondati da povertà estreme. La ridistribuzione ed, a monte, una filosofia politica del “bene comune” tarda a venire. E non sarà certo l’Italia, tra i problemi che l’attanaglia, compreso un sud d’Italia ove le mafie la fanno da padrona ad ergersi a paladina.

Riguardo il fatto di “togliere forze giovani ai Sud significa ulteriore sofferenza” il Ministro ha ragione. Ma quale alternativa hanno i giovani dei paesi impoveriti all’assenza di opportunità, alla disperazione della guerra, alla dipendenza da governi militari come l’Eritrea? Sin tanto che le rimesse dei migranti supereranno gli aiuti non sarà possibile frenare l’ascesa dei disperati.

Su questi temi, insiste il Ministro "è necessario coinvolgere anche la Comunità europea". Ha ragione! L’Europa ha tempi biblici di decisione e sembra non accorgersi di essere all’inizio di un Esodo. Il solo fatto di aver affidato ad uno dei portavoce della commissione Ue, Dennis Abbott, il compito di rispondere in politichese: "Sull'emergenza stiamo facendo molto - La Commissione Europea e i Paesi dell'Ue fanno il loro meglio per rispondere all'emergenza degli sbarchi clandestini alle frontiere meridionali del vecchio continente” . Fatto sta che il carico dell’emergenza è di Malta, Grecia, Spagna ed Italia mentre 23 paesi dell’Unione Europea mancano all’appello. Non si “fanno carico” in quota parte dell’urgenza.

Durante la conferenza stampa convocata al Meeting di Cl di Rimini, il rappresentante del Carroccio riprende la "detax". "Se la proposta assumesse una dimensione internazionale allora ci sarebbero risorse per investimenti" per i paesi più poveri del mondo "che andrebbero in una destinazione diversa rispetto al passato. Credo che questa sia la strada da intraprendere". L’idea della detax è di Tremonti che boccia la cooperazione governativa tra Stati in quanto viene ad arricchire i già ricchi e promuove quella tra privati. Bene. Continuiamo su questa strada senza dimenticare che è stato proprio il Ministro dell’Economia a tagliare i fondi alla cooperazione internazionale…..”tra privati”.

Ma la contraddizione è lampante. Il Ministro di un paese “terremotato” parlava con alle spalle i grandi loghi delle industrie militari sponsor del Festival. Le stesse che incamerano ingenti capitali statali per costruire bombardieri atomici senza avere le risorse necessarie per rispondere agli impegni presi in sede G8, senza avere la dignità di aiutare una suora ad aprire l’ambulatorio in Africa o ad un laico di continuare nella cooperazione agricola in Asia.

Fabio Pipinato

(L'Adige del 26 agosto 2009)

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