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Burundi: in bilico l'accordo di pace di Pretoria
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Equilibrio assai precario per l'accordo di Pace firmato a Pretoria alcune settimane fa tra le forze governative ed il principale gruppo dei ribelli in Burundi, il Fronte di Difesa per la Democrazia (FDD). La capitale Bujumbura ha subito diversi attacchi a colpi di mortaio nei giorni scorsi. I responsabili dell'attacco non sono stati ancora individuati.
La situazione appare estremamente complessa, due in particolare gli aspetti problematici da affrontare: da un lato è necessario iniziare le trattative con i ribelli Hutu del Fronte di Liberazione Nazionale (FNL, secondo gruppo di ribelli del Paese dopo l'FDD) che hanno sempre rifiutato ogni accordo, dall'altra alcune fazioni di militari governativi Tutsi che non stanno accettando di buon grado il ridimensionamento del loro potere, conseguenza dell'accordo di pace.
Enblematico per comprendere l'ambiguità della situazione attuale è il gioco delle responsabilità per gli individuare i responsabili degli attacchi a Bujumbura. Inizialmente si pensava che dietro ai colpi di mortaio ci fossero i ribelli del FNL che però hanno negato accusando il FDD. Smentite anche da questi ultimi che hanno a loro volta avanzato l'ipotesi che si possa trattare di un modo attraverso il quale alcune fazioni dell'esercito stiano tentando di far saltare gli accordi di pace. Attacchi, scontri, violenze tra i vari gruppi armati continuano quotidianamente anche dopo quello che è stato definito lo "storico" accordo di Pretoria.
Sono decine di migliaia i civili costretti alla fuga in queste ultime settimane, sfollati che si aggiungono alle centinaia di migliaia già accolti nei vari campi profughi nelle zone sicure del Paese o nei Paesi confinanti.
Secondo J. Van Eck, analista dell'Istituto Studi per la Sicurezza ed esperto della questione burundense, se non verrà al più presto aperto un dialogo con chi rimane in disaccordo con l'accordo di Pretoria sarà inevitabile una nuova ondata di violenza nel Paese. Ed a conferma della situazione critica è stato rimandato di quindici giorni l'incontro che avrebbe dovuto tenersi a Dar es Salam (Tanzania) tra i capi di stato della regione per discutere del processo di pace in Burundi. [DS]
Altre fonti: Warnews;