Bosnia Erzegovina: come andarsene?

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In Bosnia si è da poco creata un'associazione del tutto particolare. E' costituita da un gruppo di ricercatori e funzionari che hanno operato in Bosnia Erzegovina e che nel settembre scorso hanno deciso di riunirsi per "tentare di superare le contraddizioni e inadeguatezze che hanno caratterizzato la politica della comunità internazionale in Bosnia Erzegovina". Si sono dati due anni per elaborare i contenuti che poi dovrebbero portare ad una conferenza internazionale a Ginevra, titolata "Bosnia Erzegovina 1995-2005: 10 anni di Dayton e oltre".

E' importante avviare una riflessione su cosa abbia significato la presenza internazionale in Bosnia Erzegovina nell'ultimo decennio. E l'associazione "Bosnia Erzegovina 2005" sembra intenzionata a farlo. "Molti dei gravi problemi che la Bosnia Erzegovina affronta oggi derivano da un processo incompleto di costruzione di istituzioni che siano stabili, legittime, responsabili e efficaci. Di questo sono responsabili sia i politici locali che la comunità internazionale. Molte delle istituzioni internazionali stanno progressivamente riducendo il proprio intervento nel Paese non perché la loro sia una 'missione compiuta', ma semplicemente perché sono mutati gli imperativi e le priorità", hanno affermato i fondatori dell'associazione il cui comitato direttivo è composto da Christophe Solioz, Svebor Dizdarevic e Tobias K. Vogel.

"Nel tempo della guerra permanente, dal decennio di conflitti nei Balcani in poi, missioni internazionali di vario profilo si sono susseguite nel mondo a ritmo frenetico e senza soluzione di continuità" afferma Andrea Rossini dell'Osservatorio sui Balcani: "Il tentativo di fermarsi per cercare di riflettere sul livello di adeguatezza degli interventi e delle politiche messe in campo appare come uno sforzo salutare, potenzialmente fecondo di spunti non solo per facilitare il 'phasing out' della comunità internazionale in Bosnia, ma per fornire strumenti di valutazione utili anche per altri contesti".

In attesa del 2005, decimo anniversario della firma degli Accordi di Dayton, che posero fine al conflitto bosniaco, sono già trascorsi dieci anni dalla istituzione del Tribunale Penale Internazionale dell'Aja. Chris Stephen, corrispondente per IWPR dalla città olandese sottolinea come però è ancora presto per dare giudizi sul suo operato. "L'anniversario del TPI è arrivato quando ancora nessuno è sicuro se questo grande esperimento giuridico avrà o meno successo", ricorda in un suo articolo. [DS]

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