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Belem: concluso il World Social Forum, gli obiettivi e l'agenda dei movimenti
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Si è concluso ieri a Belem, in Brasile, il IX World Social Forum (WSF) che ha visto la partecipazione di oltre 100mila iscritti provenienti da 6mila organizzazioni di tutto il mondo. "Un Forum innovativo per molti aspetti, che ha riconosciuto un protagonismo nuovo alle lotte indigene, all'ambiente, alla difesa dell'Amazzonia, alle risposte della società organizzata alla crisi economica, finanziaria, ambientale, sociale ed alimentare che vive il pianeta" - riporta l'associazione 'A Sud' da Belem. Il Forum era iniziato il 27 gennaio scorso con una grande celebrazione indigena e una marcia di oltre centomila persone per le strade di Belem, nel cuore dell'Amazzonia del Brasile
Il "decalogo" redatto dai partecipanti al IX Forum Sociale Mondiale pone come primo tra i "dieci obiettivi" quello della "costruzione di un mondo di pace, giustizia, etica e rispetto delle diverse spiritualità, libero dalle armi, specialmente quelle nucleari" - segnala l'agenzia Misna. Sottolinea quindi "la liberazione di un mondo dominato dal capitalismo, dalle multinazionali, dalla dominazione imperialista, patriarcale, coloniale e neo-coloniale e da sistemi diseguali di commercio, attraverso la cancellazione del debito estero dei paesi più sfavoriti". Propone "l’accesso universale e sostenibile ai beni comuni dell’umanità e della natura; chiede la "democratizzazione e l’indipendenza della conoscenza, la cultura e la comunicazione e la creazione di un sistema condiviso di conoscenza e capacità attraverso lo smantellamento dei diritti sulla proprietà intellettuale". Richiama l'importanza dell’eliminazione "di tutte le forme di discriminazione o casta"; chiede la "garanzia dei diritti economici, sociali, umani, culturali e ambientali" e propone un "nuovo ordine mondiale" che passa per "la sovranità, l’autodeterminazione e i diritti dei popoli, incluse le minoranze e gli immigrati" e deve essere retto da "un’economia democratica, di emancipazione, sostenibile e solidale, centrata su tutti i popoli e basata sul commercio giusto e etico".
"Dopo 5 giorni di incontri, dibattiti, conferenze, marce, attività culturali e laboratori oggi è stato il momento di far convergere – prima in assemblee tematiche poi nell'assemblea delle assemblee – le principali proposte emerse durante il Forum, con l'obiettivo di comporre un calendario di appuntamenti condiviso per orientare l'azione di movimenti, sindacati ed associazioni per i prossimi mesi" - riporta 'A Sud'. Si inizia l'8 marzo, con la Mobilitazione mondiale per i diritti delle donne; sempre a marzo l'incontro dei Movimenti per l'acqua a Istanbul (in concomitanza con il Forum mondiale organizzato dalle multinazionali dell'acqua dedicato all'oro blu). Dal 28 marzo al 4 aprile si terrà invece la Settimana di mobilitazione globale contro la guerra e gli armamenti e la giornata del 30 marzo sarà dedicata interamente alla Palestina).
A luglio l'appuntamento è in Sardegna per contestare il G8 come luogo di governance mondiale e presentare le proposte e il punto di vista dei movimenti, mentre a dicembre l'attenzione si sposterà su Copenaghen dove si terrà una mobilitazione in occasione del Vertice internazionale sui cambiamenti climatici. "Proposta nuova e di rilievo, emersa qui a Belem, quella di rendere il 12 ottobre una Giornata mondiale di mobilitazione per la difesa della Madre Terra, contro la mercificazione della vita. E' una proposta che arriva dai movimenti indigeni, che vogliono ribaltare la logica di sottomissione e genocidio iniziata quello stesso giorno di oltre 500 anni fa, ma che i movimenti tutti hanno immediatamente fatto propria" - conclude la nota di 'A Sud'.
"La centralità della crisi ambientale con il suo corollario di connessioni e conseguenze socio-economiche - spiega in un'ampia analisi Giuseppe De Marzo - ha rappresentato il cuore del ragionamento dei movimenti sociali, indigeni, contadini e di quelle comunità, istituzioni locali e paesi che nel corso di questi anni hanno praticato, riuscendoci, la possibilità di costruire un altro mondo possibile". "A distanza di otto anni dalla sua prima edizione - prosegue De Marzo - il FSM di Belem dimostra come questo sia ancora l'unico luogo della politica capace di parlare a tutti, di costruire speranze e di rappresentare concretamente l'alternativa al modello capitalista".
Secondo Frei Betto, una delle voci più autorevoli del movimento altermondialista, "anche se è vero che nel sistema capitalista la crisi è ciclica, questa volta la situazione è ben diversa, poiché la logica da qualche anno si è invertita, ossia da quando la speculazione ha sovrastato la produzione". "Il mondo ha vissuto in una bolla di ricchezza virtuale che è esplosa. E le prime vittime di questa esplosione saranno evidentemente i più poveri". Il Forum ha chiesto all’Onu di smettere di concedere finanziamenti alle imprese multinazionali per i loro aiuti alimentari. Si devono invece investire più risorse nell’agricoltura familiare e nell’economia solidale. .
Durante il Forum è stata sperimentata la "moneta sociale" Amazonida - riporta Monica di Sisto che ha svolto per FairWatch diversi reportages da Belem. "Il 'capitale che assicura il valore della moneta è una quantità di prodotti custoditi in uno spazio chiamato "ecobanca". I produttori conferiscono un capitale di prodotti e ricevono Amazonida che consentono loro, innanzitutto, di scambiare altri prodotti e materia prima, e in secondo luogo, permettono ai partecipanti al Forum di prendere contatto con una realtà importante ed emergente in Brasile, come in tutta l'America latina".
Si tratta - prosegue Monica di Sisto - di "37 Banche comunitarie già funzionanti come servizi finanziari solidali, utilizzate come volano di reti locali di produzione e di consumo in zone a basso reddito. La prima Banca solidale in Brasile fu il 'Banco Palmas', inaugurato a gennaio del 2008 nel Conjunto Palmeira, un barrio poverissimo alla periferia di Fortaleza (CE) con circa 30mila abitanti. L'idea è partita dall'Associazione degli abitanti del Conjunto, che hanno costruito innanzitutto uno strumento di piccolo microcredito basato sul Palmas, che potesse diventare un incentivo alla moltiplicazione degli scambi tra produttori e consumatori, e sostenesse la nascita di nuove realtà di commercializzazione come i mercati e i negozi solidali. [GB]