Balene: marcia virtuale per fermare il Giappone

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Il 20 giugno si apre a Ulsan (Corea del Sud) la riunione della Commissione Baleniera Internazionale (IWC). Il numero di esemplari uccisi aumenta ogni anno, con il rischio di estinzione per molte specie, come la balenottera boreale (Balaenoptera borealis). 2137, è il numero di balene che saranno uccise nel 2005 e potrebbe aumentare se il governo coreano dovesse ufficialmente decidere di fare della Corea del Sud una nazione baleniera. Intanto il Giappone chiede di aumentare la caccia per scopi "scientifici" con la solita "scusa" di verificare con certezza di cosa si nutrono questi animali. Da decenni si conosce la loro dieta e per questo si tratta di coprire il reale motivo di profitti legati alla commercializzazione della carne di balena e dei suoi derivati aggirando la moratoria. Un detto giapponese recita cinicamente che "Di una balena non si butta via nulla, tranne la sua voce".

In un dettagliato rapporto, il Wwf annulla il mito secondo cui sia necessario uccidere le balene per studiarle. Tra il 1954 e il 1986 i giapponesi hanno ucciso 840 balene con la motivazione della ricerca scientifica, e da allora otto volte di più. Questa cosiddetta "ricerca" è fortemente sovvenzionata dal governo e la carne di balena viene venduta sul mercato giapponese. Secondo il rapporto, la leggenda più grande sostenuta dai giapponesi è che le balene siano responsabili del collasso degli stock di pesca. In ogni caso nessuno dei loro studi su questo tema è stato mai pubblicato su alcuna rivista scientifica internazionale. La valenza scientifica è così scarsa - come sottolinea il rapporto del WWF - che non passerebbe il vaglio della revisione da parte di alcuno scienziato che collabori con una rivista rispettabile. L'opposizione alla caccia commerciale (pur riconoscendo la necessità di una caccia regolamentata e destinata al solo consumo locale di popolazioni indigene che abbiano forti radici culturali con questa pratica), richiama l'importanza di istituire aree protette, come il Santuario delle Isole Pelagie proposto l'anno passato al meeting di Sorrento, o di allargare l'estensione di quelle esistenti nelle quali vengano minimizzati gli impatti umani, non ultimi le collisioni con le imbarcazioni e le catture accidentali.

Greenpeace promuove per domenica 19 giugno una "Marcia Virtuale" che richiede l'invio di una foto con un messaggio che esprime il rifiuto per l'uccisione delle balene. A partire dalla data di inizio della riunione annuale della IWC, le foto verranno proiettate proprio sulla facciata dell'edificio che ospiterà la riunione.

Greenpeace è impegnata assieme alla KFEM [ Korean Federation for Environmental Movement ], la più importante organizzazione non governativa coreana, nella gestione dell'Ambasciata delle balene che è costruita dove dovrebbe sorgere una industria per la lavorazione della carne di balena. Lo scopo dell'ambasciata è di rappresentare le balene e informare l'opinione pubblica sulla drammatica situazione che affligge queste creature del mare. Minacce sono state ricevute dagli attivisti ambientalisti per la pacifica occupazione della fabbrica di carne di balena a Ulsan.

Intanto in Italia il TAR del Lazio, su ricorso della LAV e di altre associazioni ambientaliste, ha sospeso il Decreto del sottosegretario alla pesca, on. Scarpa Bonazza Buora, col quale si riautorizzavano le micidiali spadare sotto le mentite spoglie delle reti 'ferrettare'. Immediata reazione è stato un sit-in dei pescatori davanti il Ministero delle Politiche agricole che secondo la LAV dimostra che il far west normativo tenacemente perseguito dal sottosegretario Scarpa è dettato dall'evidente volontà di ottenere un populistico e facile consenso dei pescatori più indisciplinati. Tra deroghe per le pesche tradizionali, per il novellame e ora per le spadare, la politica condotta dal sottosegretario sta demolendo le regole minime di sostenibilità ecologica e legale della pesca, in aperta violazione del diritto comunitario ed a favore dei settori ittici più distruttivi. [AT]

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