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Balcani: la fortezza Europa
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A partire dal primo novembre ai cittadini della Serbia-Montenegro è richiesto il visto per l'ingresso nella confinante Ungheria. Budapest era tra le poche città che i serbi potevano visitare liberamente anche sotto embargo. L'allargamento dell'Unione rischia paradossalmente di allontanare e non avvicinare i Balcani dall'Europa.
Nello scorso giugno al vertice di Salonicco il Consiglio Europeo ha sancito in modo definitivo che i Balcani fanno parte dell'Europa e che la loro integrazione nell'Unione è una delle priorità degli attuali Stati membri. Ma il prossimo allargamento a dieci nuovi Paesi rischia di rendere ancora più difficile per i cittadini dei Paesi del sud est Europa recarsi in Europa.
"Schengen rischia di divenire nei Balcani un nuovo muro di Berlino. L'Unione europea ha dichiarato che i Balcani sono parte dell'Europa. Occorre quindi trarre le conseguenze da questa dichiarazione che rischia altrimenti di restare solo di principio. La libertà di movimento per i cittadini del sud est Europa è il primo fondamentale passo in questa direzione", ha affermato recentemente Michele Nardelli, rappresentante dell'Osservatorio sui Balcani, durante la manifestazione " Danubio, l'Europa si incontra", dieci giorni da Vienna a Belgrado per discutere d'allargamento dell'Unione.
Il mensile belgradese Evropski Forum, una pubblicazione che dall'inizio di quest'anno cerca di informare il pubblico della Serbia e Montenegro sulle più significative questioni legate all'integrazione europea, ha dedicato interamente a questo tema il numero di ottobre. "Il primo novembre 2003 è una data che sarà ricordata nella nostra odissea verso l'UE. Qualunque cosa ci capiti, non dimenticheremo di certo il giorno in cui l'arrivo dell'Unione europea alla nostra frontiera settentrionale è segnato da nuovi visti" scrive Jovan Teokarevic, responsabile della rivista. "Benché questo provvedimento fosse annunciato da tempo e a lungo rimandato, l'introduzione del visto per l'Ungheria, dopo oltre un decennio di regime libero avrà un effetto di shock e si rifletterà probabilmente anche sulla generale popolarità della nostra opzione europea", è la constatazione di Teokarevic. [DS]
Altre fonti: Evropski Forum ;