Balcani: da Novi Sad a Belgrado, la speranza degli enti locali

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Dopo una settimana di viaggio i partecipanti alla carovana "Danubio, l'Europa si incontra" promossa dall'Osservatorio sui Balcani" sono arrivati a Novi Sad. Nella città serba si è tenuto il seminario "Comunità locali d'Europa: il ruolo di città e cittadini nella costruzione della nuova Europa", per il quale anche il sindaco di Roma Walter Veltroni ha mandato una lettera di sostegno che è stata rilanciata dal sindaco di Novi Sad, Borislav Novakovic favorevole a una collaborazione fra grandi e piccoli centri urbani.

Per un'altra città simbolo della pulizia etnica, Prijedor, oggi nella Republika Srpska di Bosnia, parla il consigliere comunale Izet Kadic, bosniaco musulmano: "Oggi a Prijedor i profughi stanno rientrando. Questo avviene perché subito dopo la guerra abbiamo avuto la capacità di partecipare ai progetti europei di cooperazione e rafforzamento di città e regioni. [...] In Bosnia però il processo di decentramento è oggi troppo lento e questo rende difficile il rapporto tra istituzioni locali e autorità centrali."

Giulio Marcon, presidente del Consorzio Italiano di Solidarietà, nel suo intervento ha affermato la necessità di rendere stabile, attraverso un appuntamento annuale, la campagna per una "Europa dal basso". Il rappresentante della Regione Emilia Romagna, Gianluca Borghi, ha ricordato le numerose inizitiave avviate negli anni in Serbia e Montenegro, auspicando un cambiamento di rotta nella cooperazione dalla "prevaricazione bilaterale" alla piena reciprocità, chiedendo ora anche alla Ue di giocare un ruolo nel valorizzare la buona cooperazione decentrata.

Negli stessi giorni viene lanciata a Firenze dalla Regione Toscana e dalla Regione Istria la proposta di una rete di 21 comuni locali balcanici e due ONG, l'Ucodep di Arezzo e la Cospe di Firenze, che si propone di consolidare la pace nell'area balcanica attraverso interventi di sostegno e sviluppo delle amministrazioni locali del sudest Europeo.

Lasciata Novi Sad la "conferenza galleggiante" dell'Osservatorio dei Balcani arriva a Belgrado alla fortezza di Kalemegdan, che in turco significa "campo di battaglia". E' proprio Belgrado, città simbolo degli ultimi bombardamenti della comunità internazionale, che ospiterà un'articolata conferenza di due giorni dedicata ai temi dei diritti di cittadinanza nella nuova Europa, dell'economia sostenibile per il Sud-est Europa e al ruolo degli attori istituzionali e degli "attori dal basso" nella costruzione europea. Proprio in Serbia, in novembre si va al voto per la terza volta nel tentativo di eleggere il presidente della Repubblica. Un paese la Serbia con questioni ancora aperte come quella del Kosovo, regione a maggioranza albanese sotto vigilanza internazionale, ma pronto a riesplodere. [AT]

Fonte: Osservatorio sui Balcani, Regione Toscana, Ansa Balcani;

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