Baghdad libera, vero il Golfo la "madre delle bombe"

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BAGHDAD - La capitale irachena si è svegliata libera dal regime di Saddam. Per Baghdad è davvero una nuova alba. Il 9 aprile è stato il giorno della caduta della città, il momento simbolico della fine del regime iracheno. Ma già da ieri i vertici militari americani avevano avvertito il mondo intero: è presto per parlare della fine delle operazioni militari. E così oggi, puntualmente, alle prime luci del mattino, la capitale è stata colpita da pesanti bombardamenti. Nel mirino la periferia della città, dove i raid sono andati avanti per almeno un'ora.

Nuovi scontri potrebbero verificarsi nei prossimi giorni. Già ieri sera i marines americani hanno attaccato un'ambulanza che viaggiava ad altà velocità nel centro di Baghdad, temendo che all'interno ci fossero uomini del regime in fuga. I soldati Usa hanno subito aperto il fuoco, uccidendo due civili e ferendone tre. La paura sale anche a causa degli attacchi suicidi di cui i militari americani sono rimasti vittime.

La dimostrazione che le operazioni belliche potrebbero andare avanti ancora per delle settimane sta nella riservatissima indiscrezione da parte di fonti del Pentagono, secondo cui l'aviazione americana sta inviando nel Golfo diverse bombe del tipo Moab. Si tratta di un ordigno a guida di precisione satellitare da 21 mila libbre, circa 9 tonnellate e mezzo, così grande e potente da essere definito "madre di tutte le bombe". Non si capisce bene come e dove potrebbero essere impiegate, ma quel che sembra certo dall'indiscrezione del funzionario del Pentagono è che "sono in viaggio".

Intanto nella capitale iracheni proseguono le ispezioni nei palazzi presidenziali colpiti dalle bombe. Un commando di forze speciali Usa ha esplorato quel che resta del palazzo di Saddam colpito lunedì scorso. Qui si trovavano - secondo informazioni di intelligence - il raìs e i suoi due figli Quasy e Uday. In quel raid sono morti 14 civili.

Ma non è solo Baghdad a essere ancora sotto i raid e nel mirino americano. Forti esplosioni sono state udite anche nella zona di Kirkuk. Difficile stabilire il punto preciso che è stato colpito.

Fonte: Il Nuovo

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