Attivismo climatico: tra speranze, sfide e nuove strategie

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Di Paulo Lima

Negli ultimi anni, l’attivismo climatico ha conquistato una visibilità senza precedenti, trasformandosi in un movimento globale che mobilita milioni di giovani, e non solo. Ma quali strategie si sono dimostrate davvero efficaci e quali necessitano di un cambio di rotta? A questa domanda hanno cercato di rispondere i ricercatori Laura Thomas-Walters, Eric G. Scheuch, Abby Ong e Matthew H. Goldberg del Yale Program on Climate Change Communication della Yale University, negli Stati Uniti.

I ricercatori hanno analizzato 50 studi sugli effetti dell’attivismo climatico, tracciando una mappa delle evidenze disponibili. “Le nostre analisi mostrano prove solide che l’attivismo influenzi l’opinione pubblica e la copertura mediatica in una direzione favorevole al clima, sebbene l’impatto vari a seconda del contesto e delle strategie adottate’” spiegano gli autori nella presentazione dei risultati dello studio The impacts of climate activism”.

Secondo loro, ci sono prove che l’attivismo possa spingere i decisori politici a comunicare di più sul cambiamento climatico, incoraggiare gli elettori a votare in modo più favorevole al clima e fare pressione finanziaria sulle aziende ad alta intensità di carbonio.

Lo studio quindi ha analizzato le dinamiche dell’attivismo climatico, mettendo in luce i suoi successi e le sfide da affrontare per ottenere risultati concreti. Ecco i punti chiave.

La forza del movimento giovanile

Il primo dato che salta all’occhio è l’importanza dei giovani. Il movimento Fridays for Future, nato dal gesto di protesta di Greta Thunberg, ha dimostrato che la voce delle nuove generazioni ha un impatto enorme sull’opinione pubblica e sulla politica. Le manifestazioni globali, che hanno portato milioni di ragazzi nelle piazze, hanno costretto i media e i governi a prendere sul serio la crisi climatica.

Lo studio evidenzia che l’attivismo giovanile ha il potere di sensibilizzare la società e di spingere le istituzioni a considerare l’emergenza climatica come una priorità. Tuttavia, la mobilitazione nelle piazze da sola non basta: è necessario costruire ponti con il mondo politico e con le istituzioni per trasformare la protesta in azione concreta.

L’efficacia della comunicazione

Uno degli aspetti più interessanti emersi dallo studio riguarda il modo in cui il messaggio sul cambiamento climatico viene diffuso. La comunicazione emotiva, basata su storie personali e immagini forti, si è dimostrata più efficace nel coinvolgere il pubblico rispetto ai semplici dati scientifici.

Tuttavia, il rischio di cadere nella “fatica climatica” – ovvero il senso di impotenza e frustrazione che porta le persone a distaccarsi dal problema – è reale. Per questo motivo, gli attivisti stanno cercando di combinare la denuncia con soluzioni concrete e storie di successo, dimostrando che il cambiamento è possibile.

L’importanza delle alleanze

Un altro aspetto cruciale emerso dalla ricerca è che l’attivismo climatico non può agire da solo. Le collaborazioni con esperti scientifici, giornalisti e politici sono fondamentali per garantire che le richieste del movimento siano basate su dati solidi e possano tradursi in politiche efficaci.

Lo studio mostra come le alleanze con organizzazioni ambientaliste storiche abbiano permesso ai giovani attivisti di avere maggiore peso nei negoziati internazionali. Al tempo stesso, però, il movimento rischia di perdere la sua identità se si lega troppo a dinamiche istituzionali. La sfida è trovare un equilibrio tra radicalità e collaborazione...

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