Armi leggere: Italia secondo esportatore mondiale

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Migliaia di piccole armi sono state distrutte oggi in più di 30 Paesi per celebrare la "Giornata internazionale della distruzione delle armi" promossa dalla "Control Arms Campaign" (Oxfam, Amnesty International e Iansa- International Action Network on Small Arms) nell'ambito della "Settimana mondiale d'azione contro le armi leggere".

"I 639 milioni di armi leggere in circolazione nel mondo, una ogni dieci persone, sono la vera arma di distruzione di massa" - dichiara Emilio Emmolo, responsabile del Coordinamento Trasferimenti di Armi della Sezione Italiana di Amnesty International. "Ad alimentare questo commercio e a trarne proventi, sono in larga parte i membri permanenti del Consiglio di Sicurezza. La proliferazione e l'uso incontrollato delle armi leggere alimentano violazioni dei diritti umani, povertà, conflitti e criminalità in decine di paesi e causano ogni anno centinaia di migliaia di vittime" - sottolinea Emmolo.

Va inoltre ricordato, come documenta un recente Rapporto di Oxfam e Amnesty che l'acquisito di armi "devia le risorse di settori come salute e educazione, oltre a minare la sicurezza e i diritti umani della popolazione". Lo studio, intitolato "Guns or Growth?" (Armi o crescita?) indica come in sei paesi in via di sviluppo - Birmania, Burundi, Eritrea, Oman, Pakistan e Siria - la spesa in armi supera i bilanci di salute e educazione messi assieme.

L'Italia si conferma uno dei maggiori produttori ed esportatori mondiali di "armi leggere" (pistole, carabine, fucili e fucili mitragliatori). Il Rapporto 2004 dell'organizzazione internazionale "Small Arms Survey" riporta che secondo gli ultimi dati disponibili risalenti al 2001, l'Italia si piazza al secondo posto per valore di armi leggere esportate con un ammontare pari a 298,7 milioni di dollari preceduta dagli Stati Uniti con 741,4 milioni di dollari, mentre al terzo posto si trova il Belgio con 234 milioni. Il Rapporto evidenzia inoltre la grave lacuna della legislazione italiana nei confronti degli intermediari di armi leggere, coloro che organizzano i trasferimenti di armi in Italia verso destinazioni vietate o sotto embargo delle Nazioni Unite senza farle passare dal territorio italiano. L'unico dato positivo riguarda la trasparenza nell'esportazione: ma va detto che se grazie alla legge 185/'90 si può conoscere con precisione il Paese destinatario delle armi leggere "ad uso militare", ben diverso è il caso per le armi "ad uso civile, per corpi di polizia e ad uso sportivo" per le quali la legislazione sull'esportazione è tuttora frammentaria e sono carenti i dati ufficiali sui destinatari di queste armi.

Lanciata nell'ottobre 2003 da una coalizione formata da Amnesty International, Oxfam e la Rete internazionale di azione sulle armi leggere (Iansa) con l'obiettivo di istituire un "Trattato mondiale sul commercio delle armi", la campagna Control Arms è sostenuta da 19 premi Nobel per la Pace e ha ottenuto l'adesione di oltre dieci paesi. In Italia la campagna è guidata dalla Rete Italiana "ControllArmi": in seguito all'esperienza della "Campagna in difesa della legge 185/90 sul commercio delle armi", numerosi organismi hanno costituito un network stabile sui temi del disarmo e del controllo degli armamenti.

Oggi 9 luglio è anche il giorno in cui, 14 anni fa, fu approvata la Legge 185/90 sul controllo delle esportazioni di armi: una buona legge, ma per molti versi non applicata dai Governi che si sono succeduti da allora, e dai cui controlli rigorosi sono state escluse la maggior parte delle armi piccole e leggere. [GB]

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