Argentina: un Presidente senza elezioni

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Nestor Kirchner è il nuovo presidente dell'Argentina. Il suo arrivo alla Casa Rosada non è però avvenuto con la vittoria al ballottaggio, dove avrebbe dovuto affrontare l'ex presidente Carlos Menem, ma è conseguita alla rinuncia di quest'ultimo a presentarsi alla scadenza elettorale. "Un golpe contro la democrazia" ha denunciato Kirchner attaccando la decisione di Menem. "Prima ha rubato agli argentini il diritto al lavoro, poi quello ad alimentarsi, di studiare e la speranza, ed ora l'ultimo diritto che restava in piedi: il voto", ha aggiunto.

Raùl Zibechi, giornalista dell'agenzia di informazione "America Latina in movimento" nota come la strategia di Menem sia apparsa chiara fin da subito. Ritirarsi dalle elezioni per "evitare una sconfitta monumentale e, soprattutto, lasciare strada aperta ad un presidente, Nestor Kirchner, che ha ottenuto al primo turno dello scorso 27 aprile solo il 22% dei voti". Rendendo il suo Governo, in un momento difficilissimo per l'Argentina, estremamente debole.

Il sito Radioitaliana.it propone un parallelismo tra la situazione argentina e quella italiana. In un editoriale Gennaro Carotenuto argomenta come sia Menem che Berlusconi siano coinvolti in numerose vicende giudiziarie e che entrambi abbiano in questi anni di fatto indebolito le istituzioni democratiche. Proprio in quest'ottica viene interpretato da Carotenuto la rinuncia di Menem al ballottaggio.

Anche Naomi Klein, autrice del libro "No Logo", alla vigilia delle elezioni aveva sottolineato come chi governava l'Argentina non aveva a cuore il futuro del Paese. In un articolo titolato Luddisti argentini descrive la realtà delle fabbriche argentine occupate dai lavoratori che continuano, nonostante la crisi, la produzione. Ed il paradosso delle autorità di Governo che in più occasioni hanno tentato di farle chiudere.
Fonti: Latin America in Movement, Rai News 24, Radioitaliana;

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