www.unimondo.org/Notizie/Arci-Fair-e-Legambiente-il-Wto-dopo-la-fame-ora-specula-sul-clima-109842
Arci, Fair e Legambiente: il Wto dopo la fame ora specula sul clima
Notizie
Stampa
"Una non-ministeriale fallimentare, ma che nel sommario curato dal Chair Andres Velasco, nasconde tra le pieghe della burocrazia il nuovo business del secolo: le tecnologie e i servizi ambientali che i Paesi più avanzati sono pronti a vendere a caro prezzo e a proteggere con brevetti strettissimi ai più poveri, che sono già i più colpiti dai mutamenti climatici". Così Arci, Fair e Legambiente valutano la settima Ministeriale del WTO che si è conclusa ieri a Ginevra.
Le tre associazioni lanciano un segnale d'allarme in direzione della prossima Conferenza sul clima di Copenhagen (7-18 dicembre): "Se quella del vertice del Wto è la parola d'ordine lanciata dai 153 paesi membri in direzione di Copenaghen, c'è il rischio che questa nuova orribile idea di fare affari sul pericolo di vita che incombe su tutti noi e sui nostri ecosistemi, venga raccolta e sostenuta dalle solite lobby anche in quella sede''.
Le preoccupazioni segnalate inoltre del sommario finale (in .doc) su un risorgere del ''protezionismo verde'', cioè l'ipotesi di utilizzare dazi e tariffe per bloccare alla frontiera prodotti insostenibili dal punto di vista ambientale, e contro il proliferare di ''standard privati'' di qualità, suscita nelle organizzazioni il timore che "anche l'agricoltura biologica, il commercio equo, le misure di sostegno rivolte a queste pratiche che stanno contribuendo a cambiare in pratica la faccia della produzione e del commercio in tutto il pianeta, possano essere sacrificati all'interesse dell'agrobusiness sempre più nsporco e cattivo".
"Lavorare sulla creazione di mercati regionali e locali sempre più verdi, equi e sostenibili può essere la risposta positiva a questo tipo di preoccupazioni" - affermano Arci, Fair e Legambiente. "Le economie solidali dimostrano con efficacia che si possono sostenere i piccoli produttori senza diventare criminalmente protezionisti". ''Protettivi, però', vogliamo esserlo, in una solidarietà che cresce tra i Sud del mondo e con il nostro pianeta''.
In una petizione online al Ministro degli Esteri italiano, Franco Frattini le tre associazioni avevano chiesto "di rigettare ogni tentativo di portare a conclusione il Doha Round che, secondo l'impianto attuale, altro non farebbe che esacerbare piuttosto che risolvere gli effetti sociali ed ambientali dell'attuale crisi economica e finanziaria". "Il sistema commerciale globale non concede ai governi di proteggere e sostenere una produzione sostenibile di cibo per il consumo interno, nè di proteggere i contadini dai comportamenti predatori delle multinazionali" - affermavano nell'appello Arci, Fair e Legambiente.
Secondo l'Onu i Paesi membri del Wto dovrebbero utilizzare i prossimi sei mesi per rendere coerenti le regole in discussione alla Wto con gli sforzi portati avanti a livello multilaterale per sradicare la fame. Il sistema commerciale multilaterale, infatti, ''va aggiustato'' - ha affermato Olivier De Schutter, Special Rapporteur dell'Onu. ''Sarebbe naif pensare che semplicemente promuovendo maggiori liberalizzazioni commerciali potrebbe esservi una soluzione. I poveri hanno bisogno di più regole e più protezioni almeno quanto di più accesso al mercato'' .
''I Governi che negoziano temi commerciali - ha richiamato il Relatore speciale dell'Onu - devono farlo in coerenza con il nuovo consenso globale sulla lotta alla fame''. Gli stati, insomma, devono essere sicuri che le regole commerciali non priveranno gli stati ''dello spazio politico adeguato ad introdurre misure che assicurino la sicurezza alimentare a livello nazionale''. De Schutter ha quindi chiesto ''una revisione sistematica del programma di lavoro di Doha per assicurare che il commercio possa affrontare le sfide poste dall'economia alimentare all'indomani della crisi''. Tre le piste concrete di lavoro: un ''test di compatibilita''' tra gli accordi commerciali esistenti e le politiche di sicurezza alimentare nazionali eregionali e delle Nazioni Unite, poi con quelle delle Nazioni Unite e infine quelle in ambito Fao.
Arci, Fair e Legambiente saranno al vertice sul Clima di Copenhagen e promuovono in Italia il 12 dicembre la mobilitazione "Cento piazze per il clima" per chiedere al nostro Governo di farsi promotore di un’iniziativa politica forte a Copenaghen, di adoperarsi per ridurre nel nostro Paese le emissioni di gas e di incrementare l'utilizzo delle fonti energetiche rinnovabili, sicure e non inquinanti, che rappresentano anche un'occasione di sviluppo per il nostro sistema produttivo e di lavoro dignitoso per molti giovani. [GB]