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Appello alle nazioni e richiesta di moratoria per le ''cluster bomb''
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L'incontro sulla campagna internazionale per la messa al bando delle mine antiuomo (Icbl) tenutosi a Roma nei giorni scorsi, ha ancora una volta condannato l'uso di qualunque tipo di mina antiuomo e ha raccomandato con forza a tutte le nazioni che hanno bandito queste armi di "parlare con voce forte, nel pubblico e nel privato, contro l'uso delle mine antiuomo". In una dichiarazione rilasciata il 7 aprile, l' Icbl ha anche chiesto una moratoria sulle bombe "a grappolo" del tipo usato dagli Usa e dal Regno Unito in Iraq.
La dichiarazione afferma che questo tipo di bomba, una volta che non esplode all'impatto come previsto, agisce coma una mina antiuomo. All'incontro di Roma hanno partecipato numerosi operatori del Jrs, che sono attivamente impegnati nella campagna per la messa al bando delle mine antiuomo e che lavorano con i sopravvissuti alle mine ed in campagne per aumentare la consapevolezza intorno al problema. Il JRS ha aderito alla Campagna nel 1994 e continua ad impegnarsi per la firma e la ratifica del Trattato di messa al bando delle mine antiuomo da parte di quei paesi che ancora non hanno aderito. Inoltre, il Jrs continua a supportare le vittime delle mine antiuomo in Bosnia, Angola, Cambogia, Tailandia e Kossovo.
Attualmente 132 Stati hanno aderito al Trattato del 1997 per la Messa al bando delle Mine, che proibisce l'uso, la produzione, il trasferimento e lo stoccaggio di mine antiuomo. Il Trattato prevede anche operazioni di sminamento e assistenza alle vittime. Comunque, la dichiarazione dell'Icbl lamenta il fatto che, nonostante gli sforzi ed i finanziamenti garantiti dai principali donatori, i fabbisogni dei paesi toccati dal problema delle mine sono "lungi dall'essere soddisfatti".