Angola: pediatra italiana vittima dell'epidemia virus di Marburg

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La dottoressa Maria Bonino, che da 11 anni lavorava in Africa come volontaria della ong Medici con l'Africa Cuamm, è stata stroncata oggi dal virus di Marburg a Luanda in Angola dove il virus, che causa febbre emorragica simile a del virus Ebola, negli ultimi mesi ha causato oltre cento vittime per lo più bambini. La pediatra italiana, originaria di Biella ma residente ad Aosta, negli ultimi due anni era impegnata ad assistere i bambini ricoverati presso l'ospedale provinciale di Uige. La pediatra aveva contratto la malattia sabato 19 marzo,ma le sue condizioni si sono improvvisamente aggravate nella notte di mercoledì 23.

"La dottoressa Bonino - ha spiegato Don Luigi Mazzuccato, direttore dell'associazione nel dare la notizia del decesso - ha pagato con la vita il servizio prestato con umiltà e determinazione alle popolazioni della provincia di Uige che versano in uno stato di drammatica crisi in seguito all'aggravarsi dell'epidemia di febbre di Marburg che ha colpito la regione e la cui causa, rimasta a lungo sconosciuta, è stata identificata solo negli ultimi giorni". "L'Organizzazione mondiale della sanità si è mossa con molto ritardo per fare fronte all'emergenza, come lo stesso governo angolano" - denuncia Stefano Bertoglio, nipote della dottoressa, contattato dall'agenzia Misna. "Lei aveva mostrato segni di contagio già dallo scorso martedì, ma solo sabato era stata trasferita nella capitale. Siamo preoccupati perché la malattia si sta sviluppando con rapidità, ma se ne sa ancora molto poco; è necessario agire con urgenza o la morte di mia zia sarà stata vana" - ha aggiunto il nipote della dottoressa. Nella zona colpita dall'epidemia, fa sapere ancora l'organizzazione non governativa, sono presenti altri 21 operatori di Medici con l'Africa Cuamm e per tutelare la loro salute è stata attivata la collaborazione dell'Unità di crisi del ministero degli Esteri e del ministero della Salute.

"Siamo tutti vicini ai familiari di Maria e ai nostri volontari che ancora si trovano a dover gestire questa grave emergenza. Confermiamo la prosecuzione degli impegni in Angola a favore delle popolazioni locali" - ha aggiunto Don Luigi Mazzuccato, direttore dell'associazione. La dottoressa Bonino era stata in Burkina Faso, Tanzania, Uganda e da due anni era in servizio presso il reparto pediatria dell'ospedale provinciale di Uige e il mese prossimo sarebbe dovuta partire per l'Etiopia.

"C'è bisogno di un aiuto tempestivo e concreto, occorre ripristinare le misure di sicurezza necessarie per permettere agli operatori sanitari di assistere la popolazione locale" - ha detto alla MISNA la dottoressa Anna Talani, della direzione dell'associazione Medici con l'Africa-Cuamm di Padova. "Non vogliamo creare allarmismi, ma la situazione è molto seria: tra le vittime, di questa febbre emorragica oltre alla Bonino, sono già morti quattro infermieri locali e un dottore coreano" aggiunge Talani.

Le caratteristiche del virus di Marburg - così chiamato dal nome della città tedesca dove fu identificato nel 1967 - sono simili ad Ebola, sebbene il tasso di mortalità risulti inferiore. Si trasmette per contatto con la persona infetta o con i suoi fluidi organici, il tempo di incubazione varia da tre a nove giorni e contro la malattia non esistono medicine o vaccini. Secondo il ministero della Sanità angolano, la febbre si è diffusa nella provincia di Uige alla fine di scorso ottobre, ma le prime segnalazioni alle autorità sanitarie nazionali sono giunte solo il mese scorso. Sono 113 i morti accertati fino a ora. [GB]

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