Ancora sulle Frecce Tricolori

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Foto: Luciana Chini su Facebook.com

Una bambina di 5 anni ha perso la vita. Suo fratello, di 12 anni, è ricoverato per alcune gravi ustioni. Anche i loro genitori sono finiti in ospedale per i danni causati dalle fiamme. Queste le tragiche conseguenze dell’incidente aereo avvenuto sabato 16 settembre, a Torino, che ha visto precipitare un aereo della pattuglia delle Frecce Tricolori. L’ipotesi più probabile, al momento, sembra quella di un bird strike, ovvero un’avaria causata dall’impatto con uno stormo di uccelli.

Nelle prossime ore si accerteranno le ragioni dell’accaduto, ma intanto la tragedia – seppure con un numero di persone coinvolte assai diverso – ricorda l’incidente aereo del 1988. Il 28 agosto di 35 anni fa, durante l’Airshow Flugtag ’88 nella base Nato di Ramstein, in Germania, ci fu una collisione in volo tra le Frecce Tricolori. Stavano assistendo all’evento circa 300mila persone. Due aerei della pattuglia acrobatica composta da tre Aermacchi MB-339PAN precipitarono in fiamme sulla pista. Il terzo velivolo, anch’esso in fiamme, cadde sulla folla, provocando la morte di 70 persone e il ferimento di altre 450.

Ricordando questi eventi tragici rilanciamo delle riflessioni fatte da Lida Menapace, (3 aprile 1924 - 7 dicembre 2020) partigiana, politica e saggista italiana, che già nel 2007 aveva mosso forti e ragionate critiche agli spettacoli itineranti e falsamente "patriottici" delle Frecce Tricolori.

Cioè....meglio brindare a Tocai ! Del 20 marzo 2007

Come è difficile farsi capire e semplicemente ottenere che le cose dette vengano trasmesse: la comunicazione dovrebbe avere per fondamento l’informazione, ma non succede.
Mancano svariate attitudini: innanzitutto sembra che l’informazione sia un di più, e viene subito sostituita dalla propaganda e dal proselitismo, in genere poi se non c’è qualcosa di eclatante, sembra che non valga nulla. L’ìdea che ci si può incontrare per uno scambio di idee e propositi, alla fine dei quali le opinioni possono ancora essere differenti, non esiste.
Tutto questo per la “missione” (non basterebbe dire: visita?) della commissione Difesa a Rivolto alla base delle Frecce Tricolori. Luogo di tutti gli scandali che mi riguardano e luogo di un mio possibile (sperato?) rinsavimento. Mi spiace: continuo a credere che a uno stato non si addicono le acrobazie e che il patriottismo espresso dalle Frecce Tricolori, così di immagine e di propaganda, non sia il migliore possibile, anzi sia molto di cattiva lega. Credo sia un’ opinioone di minoranza: è così impossibile che venga tollerata?
È tanto difficile ammettere che si possano avere opinioni diverse su questo argomento? pare di sì. Nel corso della visita, che è stata molto confortevole e ospitale e ha visto una esposizione di mezzi davvero esorbitante, mi è stato chiesto di continuo se le Frecce erano belle e se ne ero orgogliosa (lo spreco di orgoglio è a fiumi, tutti sono orgogliosi di questo e di quello) e se mi ero commossa.
Le Frecce sono “belle”: ma anche le piramidi sono bellissime, tuttavia a me quando le ho viste, è venuto subito da chiedermi quanti schiavi sono morti per costruire delle tombe a dei re, e lo stesso mi viene in mente quando vedo il Colosseo: vorrei che sviluppassimo un gusto del bello meno legato al potere e alla sua magnificazione: ho una idea di bello diversa, mi piace di più un bello fondato sulle parole lievi di una lirica, sui pensieri consolanti di un testo di meditazione, sulle linee e colori di una pittura, insomma dove la materia impegnata è abile e lieve e mi piacerebbe che avviassimo il gusto ad essere meno preso dalle cose che fanno rumore e occupano spazio, esprimono prepotenza. E’ una questione di gusto e secondo me anche di etica. Quanto all’orgoglio, mi viene spesso chiesto se sono orgogliosa di essere italiana: risponderò come Biagi che non ho fatto niente per esserlo, ci sono nata, è posso dire che sì, sono contante di essere nata qui piuttosto che altrove, ma tendo a trovarmi bene ovunque ci siano persone umane e natura da vedere.
Ripeto fino alla noia che ho un’altra idea di patriottismo, che non sia quella delle esibizioni delle Frecce Tricolori, che possono anche divertirmi, ma certo non mi commuovono: vorrei che l’Italia primeggiasse nella ricerca scientifica, nella frequenza scolastica, nei servizi sociali, nella lotta alle varie mafie ecc.ecc.: certe forme di patriottismo mi sembrano un po’ alienanti.
Dalla pregevole illustrazione che il comandante della base ci ha fatto, è venuto fuori che le Frecce sono composte di piloti che debbono mostrare inclinazione al combattimento e che sono una esibizione di tecnologia, che viene venduta all’estero. Chi non ha subito il mitragliamento da aereo (come è capitato a me a Milano e a migliaiaa di donne ragazze bambini anziani, insomma alla popolazione civile) non sa che cosa è l’orrore e il panico puro, l’idea di essere odiati fino alla morte da uno che non vedi nemmeno in faccia. Mi è già capitato inoltre alla Commissione di sentire che la Finmeccanica considera la Difesa un ottimo strumento per vendere armi nel mondo e francamente non credo che la Difesa consista in ciò.
Insomma ripeto: non credo che l’acrobazia sia un buon attributo per uno stato. Sono favorevole a che le forze armate si dedichino anche a favorire la prestanza fisica e l’allenamento dei giovani e delle ragazze, addestrando atleti per le Olimpiadi e i Mondiali, ma appunto Olimpiadi e Mondiali non includono gli sport estremi, che mettono il rischio sopra tutto, e si vede che guai nascono se gli affari si mescolano al calcio o il tifo è violento e bellicoso. Non vorrei proprio che questa specie di accordo sui valori sportivi venga buttato via dalla corsa a ciò che è sensazionale ed estremo.
Credo che sia lecito avere una opinione di patriottismo non così esaltata e che rifiuta qualsiasi critica. Ho chiesto se non considerano possibili danni o fastidi arrecati alla popolazione col rumore (l’inquinamento acustico è oggi considerato anche da autostrade e ferrovie e i paesi che stanno vicino ad aeroporti lamentano questo inconveniente). Non mi si può rispondere che non volano sui paesi e che non è vero che c’è chi protesta per il rumore, e qualunque critica viene subito rintuzzata senza confronto con chi la fa. Appena eletta quando scoppiò lo scandalo delle Frecce, mi capitò di andare a Trieste per una festa di Liberazione e in quell’occasione avevo appuntamento con alcuni giornalisti: sopra di noi si esibivano le Frecce e non fu materialmente possibile fare alcuna intervista.
Insomma continuo a pensare che il simbolico che le Frecce esprimono piace a molti, a me no e lo considero alquanto retorico e dannunziano, poco utile.
Visto che dopo gli addestramenti fanno un debriefing nel quale si criticano in modo democratico tra loro, chiedo di essere io pure sottoposta a debriefing e che non succeda che ogni volta che esprimo una critica alle Frecce mi arrivino delibere di comuni che chiedono a tutti dal presidente della repubblica fino al prefetto di esprimermi la loro disapprovazione, come se non sapessero che un parlamentare non può essere ripreso per ciò che dice, e sulla scorta di campagne di stampa alquanto strumentali io venga investita da una serie di lettere talora anonime, talaltra no, di insulti (da puttana in là), invio di mie foto deturpate, anche insulti (scema, demente senile), e minacce anche di morte, che rivelano quanto una informazione tendente all’esagerazione e al sensazionalismo, invece che al ragjonare produca un incarognimento culturale del quale certo non abbiamo bisogno.
Poichè mi sono ripromessa di fare come Catone, a questo punto dirò:” Ceterum censeo” che una legge elettorale non sia democratica se non prende in considerazione prioritariamente una equilibrata rappresentanza dei generi. Inoltre ricordo al caro compagno Giordano che tra le persone da mettere in cima alla formazione di una sinistra del terzo millennio non può mancare Anna Maria Mozzoni o Anna Kuliscioff o Camilla Ravera, tanto per avere una equilibrata citazione dei generi. 

Ancora sulle frecce tricolori, in risposta a Corrado Augias il 25 febbraio 2008

Per non rischiare di passare alla storia per una frase sulla quale già fu imbastita una campagna che ebbe il risultato di non farmi avere la presidenza della Commissione Difesa, per la quale ero candidata dell’Unione, ripeto ciò che dissi ed è una mia opinione. La si può discutere naturalmente, ma non serve se storpiata e incompleta. Sono antimilitarista e so la differenza tra il militarismo (che a mio parere è incostituzionale) e i militari per la cui salute e rappresentanza sindacale piena mi sono impegnata, per quanto ho potuto.
A mio parere non è giusto che uno stato finanzi cose “acrobatiche” cioè propagandi il rischio per il rischio. Mi si dice che le Frecce non esercitano il rischio in quanto tale, ma perchè così possono girare il mondo per vendere i Macchi su cui volano e si addestrano, naturalmente quelli in vendita sono armati e i piloti che noi addestriamo si addestrano per bombardamenti anche su villaggi e gruppi di persone, insomma su obbiettivi molto precisi e da colpire da vicino. Sono contraria alla vendita di armi, specialmente se camuffata. Certamente abbiamo bisogno di piloti addestrati e mi sarebbe più gradito che avessimo costruito più Canadair e addestrato piloti per spegnere incendi, piuttosto che per cadere ahimè talora sulle persone o infilarsi nelle finestre di un liceo.
Inoltre in altri paesi le Frecce, che sono per lo più gestite da Aeroclub privati, non possono addestrarsi sulla terra ferma, ma sul mare, perchè nel caso di una qualsiasi avaria, il pilota che viene espulso dal suo seggiolino con paracadute, può benissimo ammarare e l’aereo, se cade im mare fa meno danni. Inoltre c’è un vigneto vicino alla base che espone il cartello “Vino al cherosene” ed è un vigneto abbandonato, perchè addestrandosi molto bassi, il cherosene che lasciano cadere è inquinante e il rumore che fanno provoca crisi di panico presso i bambini e le bambine piccolissime.
Insomma sono una istituzione della quale si può discutere e a quelli e quelle che in gran numero mi hanno investito con insulti tremendi (il più gentile era puttana, brutta vecchia bavosa ecc.) se anonimi ho cestinato, se firmati ho risposto argomentatamente; alle minacce anche di morte ho detto che mi è già capitato di essere minacciata di morte durante la Resistenza e finora ce l’ho fatta a restare viva.
La mia resta una opinione nemmeno molto originale e so che le Frecce piacciono anche ad alcuni compagni, che le trovano bellissime. Ho già risposto che ho un altro concetto di bellezza e a chi mi ha chiesto se non parevano anche a me più belle delle piramidi, ho risposto che persino quando vedo le Piramidi penso a quanti schiavi sono morti per costruirle, mi spiace che ricordare i lavoratori che muoiono sul lavoro non sia “moderno”.
Grazie
Lidia 

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