Amnesty: gli Usa aprano un'indagine sugli abusi verso i prigionieri in Afghanistan

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Le testimonianze rese alla Bbc da un gruppo di ex detenuti di Bagram sono, secondo Amnesty International, "un tempestivo memento di quanto vi sia bisogno, da parte delle autorità statunitensi, di responsabilità, trasparenza e rispetto dei diritti umani dei prigionieri in loro custodia in Afghanistan".

Gli ex detenuti intervistati dalla Bbc, detenuti a Bagram in periodi di tempo diversi tra il 2002 e il 2008, hanno riferito di essere stati sottoposti ad abusi da parte del personale Usa tra cui pestaggi, obbligo di rimanere in posizioni dolorose, esposizione a temperature estreme, denudamenti, privazione del sonno e minacce di morte. Queste testimonianze sono in linea con le ricerche di Amnesty International, che a sua volta ha intervistato ex detenuti di Bagram.

"Queste denunce suonano familiari, così come l'assenza di assunzione di responsabilità e di azioni riparatorie" - ha dichiarato Rob Freer, ricercatore di Amnesty International sugli Usa. "Gli Usa continuano a venir meno all'obbligo internazionale di indagare su tutte le denunce e sottoporre a processo le persone ritenute responsabili di aver autorizzato e commesso violazioni dei diritti umani".

Amnesty International si è dichiarata dispiaciuta per il fatto che il nuovo governo Usa ha finora riproposto l'approccio della precedente amministrazione per quanto riguarda i diritti dei detenuti di Bagram. L'organizzazione ha chiesto al presidente Obama e alla sua amministrazione di riconoscere loro il diritto di contestare, presso un tribunale indipendente e imparziale, la legittimità della propria detenzione.

In una lettera inviata il mese scorso, il Pentagono ha fatto sapere ad Amnesty International che a Bagram si trovavano "all'incirca 565" detenuti. Poco si conosce della loro identità, delle circostanze del loro arresto, del loro attuale trattamento e delle condizioni di detenzione, se non che nessuno di essi ha avuto accesso all'assistenza legale o a un giudice.

In risposta alle preoccupazioni di Amnesty International circa la presenza, a Bagram, di detenuti minorenni, il Pentagono ha affermato che dal 2002 le forze Usa avevano imprigionato "circa 100 minorenni in Afghanistan", dei quali "meno di cinque" erano ancora in stato di detenzione. Il Pentagono non ha fornito ulteriori dettagli, sostenendo che le informazioni chieste da Amnesty International erano segrete o al centro di procedimenti nelle corti federali.

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