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Amnesty: è ora di porre fine al limbo legale di Guantanamo Bay
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La possibilità che l'amministrazione statunitense sospenda i procedimenti legali contro i cittadini di nazionalità britannica detenuti a Guantanamo Bay solleva più interrogativi che risposte. Lo ha dichiarato oggi Amnesty International, ribadendo la sua assoluta opposizione all'avvio dei processi di fronte alle commissioni militari.
"Sospendere i procedimenti legali contro persone i cui diritti sono già stati sospesi da oltre un anno perpetuerebbe la situazione di limbo legale" ha commentato l'organizzazione per i diritti umani.
Il 3 luglio il Pentagono ha annunciato che il Presidente Bush aveva indicato sei cittadini stranieri detenuti a Guantanamo Bay come le prime persone destinate a essere sottoposte all'Ordine militare del novembre 2001. Questo atto prevede la detenzione a tempo indeterminato senza accusa nè processo, oppure lo svolgimento di un processo di fronte alle commissioni militari, nei confronti di persone sospettate di essere coinvolte nel "terrorismo internazionale". Le commissioni militari hanno il potere di emettere condanne a morte, contro le quali non è possibile appellarsi ad alcuna corte.
Come è emerso in seguito, due dei sei detenuti indicati dal presidente Bush, Moazzam Begg e Feroz Abbasi, sono cittadini britannici, cosa che ha causato profonda preoccupazione nel Regno Unito. Le autorità statunitensi non hanno ancora formulato le accuse nei confronti dei sei detenuti nè hanno istituito le commissioni militari.
"Chiediamo al governo degli Stati Uniti non solo di sospendere la nomina delle commissioni militari ma di rinunciare definitivamente a questi procedimenti iniqui" - ha affermato Amnesty International - "e di farlo non soltanto nel caso dei cittadini britannici ma di chiunque delle centinaia di cittadini stranieri detenuti a Guantanamo Bay, nella base aerea di Bagram in Afghanistan e in ulteriori ignoti centri di detenzione nel mondo"
Amnesty International ha ribadito la propria richiesta affinchè tutte le persone che si trovano sotto custodia statunitense abbiano accesso all'assistenza legale e siano in grado di contestare dinanzi a un tribunale la legittimità della propria detenzione. Se sospettate di aver commesso un reato, queste persone dovrebbero essere incriminate per un reato di accertata natura penale e sottoposte a processo entro un termine ragionevole, secondo una procedura pienamente conforme al diritto internazionale e senza ricorrere alla pena di morte. In caso contrario, dovrebbero essere rilasciate.
Ieri il presidente Bush ha affermato, a proposito dei detenuti di Guantanamo Bay, che "l'unica cosa che so per certo è che sono cattive persone".
"Mostrando ancora una volta profondo disprezzo per la presunzione di innocenza, il presidente Bush ha fatto chiaramente capire perchè le commissioni militari non potranno assicurare giustizia" - ha commentato Amnesty International, sottolineando che l'esecutivo, guidato dal presidente Bush, controlla le commissioni e i loro verdetti, decidendo anche sulla vita e la morte dell'imputato.
"E' tempo di porre fine a questo limbo legale e che gli USA riconoscano di aver preso la strada sbagliata con l'Ordine militare del novembre 2001. La sicurezza internazionale si consegue attraverso la piena osservanza del diritto internazionale e il rispetto degli standard in materia di diritti umani fondamentali" - ha concluso Amnesty International.
Fonte: Amnesty International