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Amnesty, Arcigay: preoccupante aumento degli attacchi omofobici in Italia
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All'indomani del terzo grave attacco omofobico verificatosi a Roma in meno di due settimane, Amnesty International esprime la propria preoccupazione per la crescente intolleranza nei confronti di lesbiche, gay, bisessuali e transgender (Lgbt) in Italia e sollecita indagini e misure di prevenzione efficaci.
Il 22 agosto una coppia gay è stata aggredita all'uscita del Gay Village da un attivista di estrema destra chiamato "Svastichella". Uno dei due ragazzi è stato colpito con un coltello ed è stato necessario il suo ricovero d'urgenza. L'assalitore, inizialmente identificato e lasciato a piede libero, è stato poi arrestato ed è in attesa di essere processato. Il 29 agosto il Qube, un noto locale che organizza settimanalmente eventi gay, ha subito un attentato incendiario: poiché il locale era in ristrutturazione, nessuna persona è rimasta ferita e le fiamme sono state prontamente domate dai vigili del fuoco. Il 2 settembre due skin-head hanno lanciato due potenti bombe carta contro la folla in via San Giovanni in Laterano, popolare luogo d'incontro della comunità Lgbt romana. Fortunatamente solo una persona è rimasta ferita, in forma lieve. I due aggressori sono riusciti a dileguarsi e sull'episodio la polizia ha avviato un'indagine.
Nelle ultime settimane, diversi altri attacchi omofobici sono stati registrati ancora a Roma e in altre città italiane. In assenza di dati ufficiali relativi ai crimini basati sull'intolleranza contro persone Lgbt, l'Arcigay ha segnalato che il numero di tali episodi nei primi nove mesi del 2009 ha già raggiunto quello complessivo del 2008. "Di fronte a questo scenario, Amnesty International chiede alle autorità italiane di assicurare che i crimini commessi contro persone a causa della loro identità di genere o del loro orientamento sessuale siano efficacemente indagati e che chiunque sia ritenuto responsabile sia portato di fronte alla giustizia. Le autorità italiane - conclude Amnesty International - dovrebbero contrastare con maggiore decisione gli atteggiamenti omofobici e garantire più sicurezza alle persone Lgbt".
"Chiediamo al Governo e al Parlamento un impegno immediato contro l’omofobia e la transfobia" - riporta un comunicato di Arcigay. "Sono almeno tre anni che a Roma e in tutta Italia si susseguono atti intimidatori, di violenza, di aggressione fisica e verbale contro le persone LGBT e le sedi delle nostre associazioni". "Noi non vogliamo essere vittime, siamo persone cui, a differenza degli altri Paesi europei, non è consentito di accedere a un sistema di diritti e di doveri pari agli altri cittadini o di essere difesi da aggressioni per motivi di odio" - sottolinea la nota dell'associazione. "Da questa realtà nasce la violenza nei nostri confronti, perché se lo Stato continua a relegarci al ruolo di fantasmi sociali la violenza prende il sopravvento, si sente coperta politicamente e moralmente.
"E’ urgente - sottolinea Arcigay che con altre associazioni promuove una manifestazione nazionale a Roma il 10 ottobre - che il Governo e il Parlamento forniscano al più presto risposte adeguate, che affrontino in modo serio e non ideologico il tema della difesa della nostra incolumità, a partire dall’estensione della legge Mancino per i reati d’odio nei confronti delle persone omosessuali e transgender, dando in primo luogo un segnale utile a mutare il clima sociale e culturale che si sta affermando nel nostro Paese. In Italia c’è bisogno che milioni di cittadine e di cittadini siano finalmente riconosciuti come soggetti di diritto. L’assenza di norme che tutelino le persone e le coppie lesbiche, gay, bisessuali, transgender (LGBT) porta frange violente, di stampo fascista e neo-nazista o semplicemente delinquenziali, a pensare che possono agire indisturbate.
"Facciamo appello a tutte le persone, le associazioni, i sindacati, le forze politiche, a tutte le espressioni vive della società affinché siano al nostro fianco nel respingere l’odio e la violenza, le discriminazioni e l’esclusione, per affermare una società giusta, solidale, inclusiva. I nostri amori - conclude la nota - le nostre storie personali e collettive sono al servizio di una nuova stagione per i diritti civili e sociali, per l’autodeterminazione, per il raggiungimento della felicità e la costruzione di sereni progetti di vita. Non ci faremo intimidire, né nessuno potrà fermare la nostra volontà di ottenere quella pari dignità per cui da anni ci adoperiamo con pazienza e determinazione". [GB]